In 15 anni di carriera i Linkin Park hanno sfornato sei album in studio, a cui vanno aggiunti 2 album di remix, 14 dischi nel loro progetto LP Underground e alcuni singoli. La loro evoluzione musicale è stata lenta, maniacale nella cura dei dettagli e del tutto improvvisa.
È da Minutes to Midnight che noi fan non sappiamo più cosa aspettarci dalla loro musica e, in vista del nuovo album, si aprono dibattiti e discussioni in cui si cerca di ipotizzare le sonorità del nuovo lavoro targato Linkin Park.
In effetti la domanda posta è più che sensata: cosa ci attende nel prossimo album? Ricapitoliamo dunque, la loro evoluzione musicale fino ad oggi:
Se ripercorriamo la storia del gruppo troviamo un nome precedente a quello di Linkin Park, ovvero Xero.
In quel periodo, ovvero il 1996, la formazione era in fase embrionale e vi erano infatti presenti solo Mike, Brad e Rob. In seguito entreranno come membri effettivi Joe e Phoenix il quale proveniva da un altro gruppo chiamato Tasty Snax. Spinti dal desiderio di entrare nel mondo della musica, il gruppo si allargò e si unì il loro primo cantante, Mark Wakefield. Insieme registrarono nel 1997 l’omonimo demo, composto dai brani Rhinestone, Reading My Eyes, Fuse e Stick n Move. Il demo tuttavia non fu molto apprezzato dalle etichette discografiche. Poco tempo dopo, sia Phoenix che Mark abbandonarono gli Xero.
Successivamente Mike e soci iniziarono la ricerca per un nuovo cantante e il prescelto fu proprio Chester. Phoenix sarebbe successivamente tornato nel gruppo nel novembre del 2000.
Benché i brani risalenti all’epoca degli Xero fossero molto spogli, non mancava la voglia di sperimentare, aspetto che ha caratterizzato tutto il futuro percorso del gruppo. L’entrata di Chester creerà un clima stimolante in cui ognuno riesce a tirare fuori il meglio di sé dando vita alle loro prime creature.
L’arrivo di Chester cambia il gruppo (nel frattempo denominato Hybrid Theory e successivamente in Linkin Park) e l’ascesa nel panorama musicale è stata solo questione di tempo. Nel 2000 viene pubblicato Hybrid Theory e nel 2003 Meteora, due album significativi per la loro carriera grazie alla quale finiscono in testa alle classifiche di tutto il mondo. Nei primi due album in studio, i Linkin Park sono entrati nel panorama musicale mondiale con sonorità nu metal e rap rock intrecciate con influenze hip hop, alternative rock e l’uso dell’elettronica che prevedeva campionatori, sintetizzatori e giradischi. Entrambi gli album furono prodotti da Don Gilmore.
Ad affiancare i primi due lavori dei Linkin Park, troviamo il primo album di remix, Reanimation. Uscito nel 2002, conteneva una revisione dei brani di Hybrid Theory in collaborazione con diversi artisti del calibro di Jonathan Davis dei Korn, Aaron Lewis degli Staind, Stephen Carpenter dei Deftones e Black Thought dei The Roots.
Mentre con Hybrid Theory, Reanimation e Meteora era presente un filo conduttore che si basava sulle sonorità nu metal, qualcosa cambiò con l’arrivo del terzo album ufficiale. Con la pubblicazione di Minutes to Midnight, il gruppo si è discostato dal genere, sperimentando sonorità più variegate e differenti richiamanti l’alternative rock, diminuendo la presenza di hip hop a due soli brani (Bleed It Out e Hands Held High) e iniziando una prima sperimentazione elettronica.
Tale svolta sonora è stata poi confermata dall’album successivo, A Thousand Suns, dove l’elettronica prende il sopravvento dando origine ad un concept album incentrato sulle paure dell’uomo, come ad esempio la guerra nucleare, molto ricco di sperimentazioni sonore attingendo da generi musicali come la musica industriale e reintroducendo le incursioni rap in alcuni brani come nei primi lavori. Sono presenti anche citazioni di personaggi storici come Robert Oppenheimer, Mario Savio e Martin Luther King.
L’album divise in due non solo la critica, ma anche i fan. Se con Minutes to Midnight alcuni fan affezionati ai primi lavori della band iniziavano un lieve distacco con la nuova fase della band, con A Thousand Suns tutto si è radicato maggiormente: da un lato i “nuovi” che si stavano avvicinando ai Linkin Park con gli ultimi lavori e dall’altro i “vecchi” che rimanevano ancorati alle prime opere.
L’album successivo, Living Things, rappresenta un mix di sonorità tipiche dei precedenti album, unendo il tutto con basi più elettroniche. Se con A Thousand Suns i fan iniziavano a distaccarsi da alcune scelte stilistiche della band, Living Things cerca di riportare tutti su un unico piano cercando di donare al pubblico un album che racchiudesse tutto il lavoro prodotto dai Linkin Park fino a quel momento.
Successivamente venne pubblicato il secondo album di remix Recharged, uscito nel 2013, e basato su remix dei brani di Living Things al cui interno è comparsa la prima e tanto discussa collaborazione con Steve Aoki. In questa raccolta vengono sperimentate sonorità vicine alla EDM. Se Living Things cercava in qualche modo di tenere unito il vasto pubblico del sestetto californiano, Recharged getta benzina sul fuoco e crea una frattura all’interno del pubblico.
Mentre il primo album di remix rappresenta un solido collante che collega Hybrid Theory a Meteora, il secondo rimane una parentesi a parte poiché non vi sono collegamenti tra le sonorità di Living Things e il successivo The Hunting Party.
Proprio in quest’ultimo album, i Linkin Park si sono spostati verso un ritorno alle origini incentrandosi su sonorità rock più forti e pesanti, riducendo al minimo la presenza di parti elettroniche e introducendo l’uso del doppio pedale e di un gran numero di assoli di chitarra. Dopo il disastroso Recharged, The Hunting Party è riuscito a mettere tutti d’accordo e ha dimostrato lo spirito agguerrito della band e la loro capacità di autoprodursi.
Abbiamo visto il sestetto californiano iniziare la propria carriera con il nu metal, passando ad influenze alternative e continuando con un concept album puramente elettronico, tornando tuttavia a un album nel quale è stato apportato un tentativo di fusione delle sonorità del gruppo, per poi ritornare ad un rock più classico molto vicino al punk e all’heavy metal, senza tralasciare un album di remix puramente EDM.
Se dovessimo fare un confronto con diverse band nate nel loro stesso periodo, è facile notare che il percorso musicale dei Linkin Park risulta particolarmente insolito.
La grande mole di lavori distribuiti dal gruppo ci consente di fare un’analisi più approfondita riguardante i vari sviluppi sonori del sestetto californiano. Se si analizzano le 14 raccolte di LP Underground, è possibile cogliere varie sfumature e sfaccettature legate ai loro cambiamenti artistici.
All’interno di LP Underground e sfogliando qualche pagina web, è possibile notare come il sestetto californiano stesse lavorando ad un album molto più pesante per Minutes to Midnight. A dimostrazione di ciò troviamo QWERTY, brano eseguito dal vivo al Summer Sonic Festival del 2006. In LPU XIV e la seguente chat con Brad che ci da qualche informazione in più sui vari brani, è possibile notare come nel 2008/2009 i Linkin Park stessero stessero lavorando a un quarto album inizialmente pesante (i brani Malathion+Tritonus o Froctagon sono una chiara dimostrazione di tutto ciò) e molto differente da quello che è diventato A Thousand Suns.
Ciò conferma la loro indole a lavorare molto in studio e a mettersi continuamente in gioco studiando e rielaborando sonorità di ogni genere musicale. Come disse Mike in una intervista risalente al 2010/2011, « Facciamo musica da molto tempo, pertanto una delle nostre sfida era quella di evolvere e realizzare qualcosa che ci mantenesse interessati ed anche avere un sacco di divertimento nel processo creativo. Siamo stati abituati a realizzare un certo tipo di musica perciò, uscire da tutto questo e spingere noi stessi verso nuovi orizzonti è stato sicuramente impegnativo. »
Non è utopistico sostenere che il settimo album potrà spingersi verso nuovi orizzonti mai esplorati prima, magari direzionandosi verso un concept album come in A Thousand Suns. Non è nemmeno da scartare l’idea che i Linkin Park, dopo otto anni di esperimenti, decidano di proseguire verso un percorso iniziato da The Hunting Party per dare una continuità al loro ultimo lavoro. In molti temono anche una sorta di Living Things 2.0 in cui si cercherà di accontentare un po’ tutti i fan che hanno apprezzato solo alcuni lavori del gruppo.
Dati alla mano quindi, queste sembrano essere le tre possibili vie che segneranno il prossimo album atteso per l’estate 2016.
Nel frattempo vi segnaliamo che a novembre uscirà LP Underground 15 e magari potremo avere qualche informazione in più per quanto riguarda i precedenti lavori.
Non resta che aspettare…