Mike intervistato da SiriusXM: nuovi dettagli su Post Traumatic

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Mike è stato recentemente intervistato da SiriusXM, aggiungendo ulteriori dettagli sul suo stato d’animo e sul processo di lavorazione di Post Traumatic, in uscita il 15 giugno. Trovate qui i punti salienti delle due interviste.

Dopo la scomparsa di Chester, inizialmente ero davvero ansioso di entrare in studio e scrivere, ma una volta iniziato, ero un fiume di parole.
Fondamentalmente, con tutto quello a cui pensavo, le emozioni che attraversavo e i pensieri che rimbombavano nella mia testa, avevo più materiale di quanto ne riuscissi a scrivere e avevo costantemente nuove idee per le canzoni. Ho catturato il tutto e l’ho messo in questo album. 
Oltre le prime tre, che erano le più buie, ne ho pubblicate altre, ed è un modo per guidare le persone attraverso le tracce seguendo una sorta di ordine cronologico. Come già detto l’album non sarà tutto così, e anche se si collega a quello che è successo, ne comprende diversi aspetti. Infatti, la canzone più recente che ho pubblicato è About You, ed è la realizzazione di come anche quando non si tratta di Chester o quello che è successo, tutti penseranno comunque che lo sia.
La playlist che ho fatto, contiene per lo più la musica con cui sono cresciuto. E non si tratta di generi musicali, quanto di ciò che vuoi ascoltare quel giorno in base al tuo umore.

Ti sei esibito nei tuoi primi concerti da solista l’altro giorno, credi che i fan percepiscano le cose in maniera diversa? I Linkin Park e i fan hanno sempre avuto un legame forte, ma sembra quasi che adesso lo sia diventato ancora di più.

La comunità dei Linkin Park è intensa e sono sempre stati più che semplici fan. Eccetto poche volte, abbiamo sempre organizzato i M&G prima dei concerti e abbiamo sempre fatto tutto ciò che potevamo per mantenere un legame stretto. Dopo quello che è successo, e adesso che sto pubblicando materiale da solo, è diventato ancora più solido e anche le voci sono letteralmente più forti, e di gran supporto e rassicurazione. Loro mi scrivono su Twitter costantemente “Puoi farcela Mike!”, “Sarà dura ma andrà bene!” e in realtà non penso sia così dura come dicono. Alcuni momenti sono davvero molto difficili, ma altri mi fanno sentire come se stessi tornando in un certo senso alla normalità e, anche se è una normalità diversa, è un bella sensazione e il loro supporto significa tanto. 

Siccome hai presentato sia pezzi Fort Minor sia dei Linkin Park, durante le prove, ci sono canzoni che hai realizzato di non poter fare? 

Beh, le canzoni che ho messo sono quelle che posso fare. Ci sono canzoni come Breaking the Habit che ad esempio sento non siano appropriate. Anche se potessi cantarla, e letteralmente non posso, non la farei. È stata costruita su ciò che accadeva e semplicemente non la farei.
Da un lato, la versione di In the End con il piano, la voce e le persone che cantano le parti di Chester (e anche io canto un po’ con loro) è davvero intensa, ma è un momento tributo molto speciale, all’interno di tutto il contesto.

Stavo pensando agli AC/DC , gli INXS e alle altre band che hanno perso qualcuno, nel momento in cui erano davvero al top della loro carriera.. e che ad un certo punto si son detti, “dobbiamo continuare a far musica, perché la musica è il motivo per cui viviamo.” Ci hai pensato? Ne avete parlato?

Sì, due settimane dopo parlai con Rick Rubin che ci conosce da tanto e conosce me molto bene. Tra le tante cose, lui disse che Bon Scott, il cantante degli AC/DC, conosceva già Brian Johnson e aveva detto ai ragazzi della band “Penso che questo ragazzo sia uno dei migliori cantanti rock”, quindi erano già tutti amici e lo conoscevano. Subito dopo la scomparsa di Scott hanno potuto semplicemente far entrare Brian nella band e hanno pubblicato immediatamente Back In Black che, tra l’altro, diventò il secondo album più ascoltato in tutto il mondo dopo Thriller di Michael Jackson, che a quel tempo era primo.
Sui Nirvana invece, il suo punto di vista è che Kurt era davvero i Nirvana e Dave aveva un ruolo secondario, più che altro di supporto. Quindi nel momento in cui ha fondato i Foo Fighters, era molto più ovvio che fosse un progetto suo. E Rick mi fa “La differenza nel tuo caso Mike, è che nella tua band non sei un personaggio invisibile o di sfondo, ma un front man. Tu sei i Linkin Park e non puoi semplicemente fondare i Foo Fighters, perché sarebbero i Linkin Park.” E il motivo per cui al momento sono sul palco da solo e senza i ragazzi della band è perché il dolore è una cosa molto personale ,tutte le cose che ho messo in questo album sono intime e voglio essere sicuro che la presentazione di queste canzoni arrivi nel modo più personale possibile.

Il modo in cui stai affrontando la cosa è davvero brillante, forse adesso abbiamo a che fare con il dolore più pubblicamente, ma penso solo che sia un ottimo esempio per tutti noi, come società.

Alcune delle cose che di solito frenano è la paura di ricevere una reazione negativa da parte del pubblico.
Mettendo da parte la mia situazione, se a qualcuno succede qualcosa di brutto pubblicamente, che sia triste o imbarazzante ci sono quelli che si confrontano prima con i loro agenti e poi devono aspettare mesi per rilasciare una dichiarazione, il che è assurdo! Ciò che ti fa sentire bene in una situazione simile è: succede qualcosa di brutto a questa persona e questa persona immediatamente salta online e dice “Ragazzi, non ci posso credere. Sono così imbarazzato. Sono così dispiaciuto.” E questo è il modo in cui metti fine a tutto, perché hai bisogno di far capire che c’è un essere umano come tutti, da quest’altra parte.
Nel mio caso, ho attraversato un qualcosa che fosse ovviamente pubblico. Non potevo scegliere o meno che lo fosse. E non avevo l’opzione per nascondermi o evitarlo. Tutti coloro che conoscevano i Linkin Park sapevano cosa fosse successo. E mi son chiesto, perché dovrei provare a fuggire fingendo ci sia una via d’uscita? Non c’è nessun modo per uscirne. Non mi resta che andare lì fuori e dire alle persone: “Ok, sappiamo tutti quello che è successo. È orribile. Ci manca. Era uno dei miei miglior amici e, inoltre, era un artista unico nel suo genere a livello mondiale, che non potrà mai essere replicato. Le cose stanno così e non possiamo cambiarle. E adesso cosa potremmo fare? Nessuno sa come andrà, e di sicuro io non lo so ancora.”

Ho visto diversi concerti tributo ma in quello dell’Hollywood Bowl.. non c’era nessuna differenza tra chi era tra la folla e chi era sul palco. È stata un’esperienza vissuta all’unisono. Hai menzionato Rick prima, che una delle persone che vi ha spinto a fare questo concerto, e tu non salivi su un palco da ottobre fino alla scorsa settimana, giusto? Com’è stato?

Di solito prima di uno spettacolo ti prepari per le esibizioni o le presentazioni. Questa volta mi son dovuto preparare anche mentalmente. Mi chiedevo “Quale sarà la parte più difficile? Quale sarà quella più emotiva? Riuscirò a suonare In the End o arriverò nel bel mezzo della canzone pensando che sia troppo difficile?” Insomma, ho dovuto pensare e prepararmi per alcune cose.

Nella prima canzone che hai pubblicato “Place to Start” si sentono i messaggi che i tuoi amici ti hanno lasciato..

Sì, quelli sono dei messaggi reali che ho ricevuto durante quelle settimane. E in realtà ho dovuto chiamare e domandare ad ognuno di loro se fosse d’accordo, dicendogli che mi sarebbe piaciuto inserirli alle fine del video.

Voglio solo direi ai fan di non sentirsi spaventati. Soprattutto a quelli più sensibili ed emotivi che stanno vivendo più intensamente la situazione. Credo ci sia un po’ troppa paura e che tutti pensino “Cavolo, sarà davvero dura e sarà deprimente”, ma sento di essermi impegnato per fare in modo che non lo sia. Perché voglio che le persone ascoltandolo si sentano piuttosto bene, pensando a dove sono adesso e attraversando tutto questo, insieme a me.

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Delle volte quando ricominci a sentirti di nuovo bene, provi quasi un senso di colpa. Il così detto “senso di colpa dei sopravvissuti”. È successo anche a te?

Un po’ sì. La musica e i Linkin Park sono parte della mia identità, e credo che ciò che davvero mi abbia devastato sia stato vedere questo lato della mia vita cambiare.. era come non sapere più chi fossi. 
E sai, in quel caso pensi “Se n’è andato tutto per sempre, è finita. Sarò in grado di tornare sul palco e suonare le nostre canzoni?” però ad un certo punto realizzi che non è così. Non è finita, l’eredità che abbiamo lasciato è qui, le nostre canzoni sono ancora qui, e puoi ascoltarle, vedere i video dei brani e dei concerti dal vivo.. e io posso ancora creare musica e salire sul palco. Da questo punto di vista, non è cambiato nulla. In Post Traumatic ci sono un paio di canzoni che erano demo dell’album One More Light. Le tracce erano buone, ma i testi non tanto, e riascoltandole ho iniziato a cambiare le parole e sono diventate Place to Start e Make It Up as I Go. Quest’ultima l’avevamo iniziata io, K.Flay e Brad circa un anno e mezzo fa, ma c’era qualcosa che non funzionava. Sei mesi fa, riascoltandola ho pensato: “Adesso so come aggiustarla”.

Tornando indietro al nostro primo album, molti ragazzi hanno un genere preferito. “Ascolto rock”, “ascolto rap”, “ascolto pop”. Un paio di anni dopo l’uscita di Hybrid Theory, se chiedevi a qualcuno che genere ascoltava, iniziavano a rispondere “tutto”. È stato un cambiamento importante.

Cosa dicono Brad, Joe, Rob e Dave? Cosa vogliono fare?

Stiamo ancora cercando di capirlo, e varia da persona a persona. L’altro giorno al mio primo show ho invitato Joe e abbiamo suonato una canzone dei Linkin Park; il nostro batterista Rob non era disponibile per salire sul palco ma era lì come supporto. E gli altri non potevano venire ma ad esempio Dave mi ha persino scritto che stava guardando la live! Sono dei ragazzi fantastici.

Ultima domanda, come sta la famiglia di Chester?

Stanno bene, come puoi immaginare ci sono giorni migliori e altri peggiori. Una cosa divertente è che mia moglie Anna e Talinda, che sono molto amiche, hanno come uno speciale senso dell’umorismo nel vedere le cose. Parlavano del fatto che l’anniversario di un anno dalla morte di Chester si stava avvicinando e Talinda fa “vorrei poter saltare direttamente quel giorno” ..perché sai, alcuni giorni vanno meglio di altri, ma quel giorno deve arrivare e sarà dura. E mia moglie le fa “Aspetta, non c’è un volo per l’Australia? In modo da oltrepassare il fuso orario e letteralmente mancare quel giorno?” E hanno guardato e possono farlo! E Talinda ha detto “Hai ragione! Penso proprio che me ne andrò in Australia e mancherò l’intera giornata!” Adoro le loro soluzioni!