Nell’ultimo periodo Mike Shinoda si è dato molto da fare per superare lo shock per la perdita del suo amico sia di vita che di musica. Se gli altri membri della band hanno deciso di staccarsi almeno per il momento dal mondo musicale cercando diversivi per impegnare la mente, ad eccezione parziale di Joe che si è esibito recentemente in un DJ set a Seoul, in Corea del Sud, il solo Mike ha deciso di superare il suo dramma affrontando di petto la situazione, cercando di reagire, analizzando in primis il suo stesso dolore, ed in seconda battuta dare un senso a ciò che sta vivendo giorno dopo giorno.
Come tutti gli artisti, ha tentato di sfogare il proprio dolore e frustrazione nella cosa che gli riesce meglio, ovvero l’arte e la composizione di musica. Quindi, dopo aver annunciato il suo album da solita Post Traumatic previsto per il 15 giugno, a seguire ha reso noto la partecipazione a diversi concerti per presentare il suo nuovo lavoro in studio. L’attesa era alta, Mike era già abituato a calcare il palco come “one man show”; è infatti facile ricordare spettacoli con i Fort Minor nel lontano 2005/2006 oppure gli show live sempre sotto il nome Fort Minor nel 2015 durante il The Hunting Party Tour con i Linkin Park. Questa volta però è diverso, non è un semplice progetto da solista che realizza fuori dai Linkin Park, questo è un tentativo di rinascita dopo un periodo fortemente buio, è il primo fiore di primavera dopo un lungo e tenebroso inverno.
Il debutto ufficiale di questa nuova era è finalmente arrivato ieri 12 maggio, dove Shinoda ha tenuto ben due concerti. Il primo nel pomeriggio, in occasione dell’annuale KROQ Weenie Roast con una scaletta ridotta, mentre in serata ha presentato una scaletta completa per lo show al LA Identity presso il Grand Park di Los Angeles. Con Post Traumatic in uscita a giugno e con gran parte del lavoro musicale ancora da rivelare, c’era da aspettarsi che in queste due uscite fossero sfoggiate solamente le tracce fatte sentire fino ad ora. Vediamo invece com’è andata (clicca qui per il video dell’esibizione).
KROQ WEENIE ROAST
Iniziamo dalla spettacolo pomeridiano svoltosi in occasione del festival annuale organizzato dalla stazione radiofonica KROQ-FM, che vedeva oltre a Mike esibirsi artisti come i Rise Against e Blink-182 e tanti altri.
- Welcome
- Good Goodbye/Bleed It Out
- About You
- Over Again/Papercut
- In the End (Piano Version)
- Waiting for the End/Where’d You Go
- Crossing a Line
- Remember the Name
In questo stadio ad uso calcistico, lo StubHub Center, Mike si è esibito in pieno giorno per circa 30 minuti debuttando sul palco con Welcome (l’ultimo singolo uscito tre anni fa a nome Fort Minor). A seguire un mashup tra Good Goodbye e Bleed It Out, in cui Mike ha cantato il primo verso del brano di One More Light per poi passare al ritornello e alla prima strofa del secondo singolo tratto da Minutes to Midnight sopra alla strumentale di Good Goodbye. Da notare che gran parte delle canzoni suonate risultano pre-registrate, quindi Mike si è limitato soltanto al canto.
Finalmente arriva l’esordio di una prima canzone dell’album Post Traumatic: About You. A seguire un particolare mashup tra Over Again e Papercut, dove il ritornello della seconda è stato cantato da Mike attraverso un vocoder. Il punto più alto del concerto arriva con In the End, qui presentata in un’inedita versione al pianoforte in cui Mike rappa le sue rime e lascia cantare il ritornello al pubblico. Non è mancata una dedica per Chester ed è palese la voglia che ha Mike di portare un po’ di Chester con sé sul palco. Lo show si avvicina alla fine con il mashup tra Waiting for the End e Where’d You Go cantata stilisticamente con se fosse ancora nelle vesti dei Fort Minor del 2015.
Penultima traccia dello show, il debutto di un altro pezzo del nuovo album, il primo singolo Crossing a Line, dove Mike sul finale accompagna il ritornello suonando la chitarra (da notare la curiosa decorazione dello strumento impugnato). Infine lo spettacolo si è concluso con i versi rap di Remember the Name in cui Shinoda è sceso tra il pubblico. A metà canzone c’è stato anche un simpatico imprevisto: Mike si è confuso sulla seconda strofa ripetendo il ritornello e andando fuori tempo. Quindi si è fermato, è risalito sul palco e riavviato il loop musicale riprendendo da dove si era fermato. Recuperata la canzone, Mike è sceso nuovamente dal palco e ha scavalcato le transenne, entrando tra la folla per salutare più persone possibili. La canzone termina quando Mike attraversando tutto il pit e scavalcandola le transenne dell’estremità opposta da dove era entrato, è uscito da un percorso laterale al palco lasciando tutti i presenti basiti.
Sono stati lanciati anche dei coriandoli all’inizio dello spettacolo con Welcome e durante Crossing a Line, nel cui finale sono stati usati anche dei getti di fumo.
LA IDENTITY
In serata invece Mike è stato protagonista di un intero show live presso il Grand Park nel centro di Los Angeles in occasione dell’IDENTITY LA, un evento pubblico gratuito che rappresenta la celebrazione culturale per il mese del Patrimonio Americano dell’Asia Pacifica. Oltre a Mike, che ha chiuso la serata, si sono esibiti artisti come Jay Park, Hotel Garuda, Hoody e molti altri.
In questa occasione ha dato sfogo e dimostrazione della sua creatività per un’ora di concerto. Questa è stata la sua prima esibizione da headliner in un festival come artista solista. Piccola nota curiosa ma triste: il parco è lo stesso posto dove migliaia di fan dei Linkin Park hanno reso omaggio a Chester a luglio per la sua scomparsa.
Dato il tema della manifestazione, è stato molto interessante e pertinente vedere Mike cantare un paio pezzi di A Thousand Suns (ispirato anche sulle bombe atomiche che sono state sganciate in Giappone) e “Kenji” dei Fort Minor, che parla dei problemi incontrati da suo nonno nei campi di internamento durante la seconda guerra mondiale. Ecco come è andata (qui potete vedere lo show).
- Welcome
- Place to Start
- Watching as I Fall
- Castle of Glass (con Joe Hahn)
- When They Come For Me
- Kenji
- Roads Untraveled
- Waiting for the End/Where’d You Go (con Taka)
- Sorry for Now
- Crossing a Line
- In the End (Piano Version)
- About You
- Over Again/Papercut
- Good Goodbye/Bleed It Out
- Remember the Name
Analizzando la scaletta, saltano subito all’occhio alcuni pezzi suonati nel precedente show: anche in questo caso è Welcome ad aprire il concerto. Con grande sorpresa è stata proposta When They Come for Me, quinta traccia di A Thousand Suns, troncata dopo il secondo ritornello. Per lo show sono stati chiamati sul palco anche due ospiti speciali: il primo è Joe Hahn con cui Mike ha suonato Castle of Glass (con alcuni errori nell’introduzione) ed il secondo è Taka degli One Ok Rock, con cui ha cantato il mashup Waiting for The End/Where’d You Go.
Come spesso accadeva con i Linkin Park, qualche settimana fa su Twitter Mike aveva ha un sondaggio chiedendo ai fan quale canzone avrebbero voluto ascoltare tra le seguenti durante i live: Petrified, In Stereo, Sorry for Now e Roads Untraveled. Quest’ultima ha ricevuto più voti e pertanto è stata eseguita dal vivo; nonostante la scelta dei fan è stata suonata a sorpresa anche Sorry for Now. Anche in questo show è stata cantata una toccante In the End in versione pianoforte, in onore di Chester. Successivamente viene proposta anche About You, tratta dal nuovo lavoro di Shinoda. Il concerto si avvia verso la fine con i mashup di Over Again/Papercut e Good Goodbye/Bleed It Out per poi chiudersi sulle note di Remember the Name.
Anche se stiamo parlando di un artista esperto come Mike che è abituato a cantare davanti a decine di migliaia di persone, è stato comunque per lui un nuovo inizio, come se fosse al debutto assoluto per questo mondo. D’altronde, questo è stato il suo primo vero test dopo la scomparsa del suo compagno di band e non solo. L’obiettivo di Mike con questo tour è tra le altre cose rincontrare tutti quei fan che in questo periodo gli sono stati vicino con messaggi sui social, lettere e altro. Questo è un modo per ringraziarli per l’infinito supporto ricevuto.
Come già dimostrato più volte, Shinoda è un artista molto fantasioso ed è in grado di creare e mescolare i vari generi musicali come in una tavolozza di colori variegati, proprio come se dovesse creare un dipinto. Il tipo di musica che ne esce forse potrà non rientrare negli standard musicali di un classico fan dei Linkin Park, ma per l’appunto questo è Mike Shinoda “da solo” con la sua arte e con la sua voglia di esprimersi.
Bisogna ammettere che i suoni e la musica proposte non sono di facile ascolto e che in esse sono racchiuse mille stili e armonie. Pur sollevando delle piccole perplessità sul tipo di suoni e strumenti usati (riferendoci soprattutto alle ultime tre tracce pubblicate in ordine di tempo), Mike sta facendo questo percorso non per fama, successo o soldi (tant’è che inizialmente voleva pubblicare un EP di solo 8 tracce gratuitamente), ma come forma d’evasione e sfogo del suo stato d’animo mettendoci tutto il suo meglio. Per tale motivo ha la nostra piena fiducia e sostegno per questo nuovo progetto. Ora non ci resta che aspettare gli eventuali prossimi annunci di altre date del suo Post Traumatic Tour, sperando magari di una tappa in Italia.
In conclusione possiamo dire che siamo forse dinanzi ad una svolta, dove porterà la cosa non lo sappiamo, forse neanche Mike sa dove condurrà questo sentiero, ma vale comunque la pena percorrerlo insieme per capire in quale luogo porta.