La moglie di Chester, Talinda, è stata recentemente intervistata da Zane Lowe per la stazione radiofonica Apple Music Beats 1. Nel corso di questa intervista ha parlato del progetto 320 Changes Direction e delle emozioni che ha provato in occasione del compleanno di Chester. Di seguito un riassunto dell’intervista.
Zane:
Cosa significa per te un giorno come il compleanno di Chester? Sono sicuro che stiano girando vorticosamente così tante emozioni complesse. Quindi come ti senti in un giorno come questo?
Talinda:
Non so, le emozioni sono inaspettate e travolgenti. Credo che questo sia il modo migliore per spiegarlo. Non pensavo che potessi essere così emotiva riguardo al suo compleanno. Tutti quelli che consocevano Chester sapevano che a Chester non piaceva molto festeggiare il proprio compleanno. Ogni volta che tiravo fuori una torta, lui ad un certo punto mi dava quella piccola e carina occhiata come per dire “OK”. Semplicemente non si è mai divertito a festeggiarlo, ma io e i ragazzi invece sì. Quindi una parte di me pensava che, sai.. vogliamo accettarlo come un giorno qualunque, vogliamo accendere una candela per lui e i ragazzi disegneranno un biglietto in cui scriveranno i loro desideri e lo metteranno nella scatola dei desideri per lui.
Zane:
Quindi il 20 marzo è il tuo modo di comunicare con le persone come faceva Chester con la sua musica. E ho sempre percepito fortemente come Chester condivideva in modo travolgente qualsiasi paura che aveva attraverso la sua musica, ed è qualcosa a cui la gente ha davvero reagito. Deve essere stato veramente orgoglioso di questo, di sapere che stava aiutando persone con la sua musica e credo che lui la percepisse come uno scopo.
Talinda:
Sì, assolutamente. Hai centrato il punto. L’ha fatto soolutamente. Lui amava quello che faceva. L’ha guarito, gli ha dato uno scopo, e la cosa più grande per lui era poter aiutare le persone. Non aiutava soltanto nel palco e con la sua musica, ma era immpegnato anche a casa in lavori filantropici ed era impegnato ad aiutare i nostri figli a scuola. Semplicemente ha sempre cercato di aiutare qualcun altro e rendergli la giornata migliore. C’è un piccolo uomo che ogni giorno alle 7:45, puntuale come un orologio svizzero sta di fornte al proprio giardino e da il buongiorno a tutti quelli che accompagnano in auto i propri figli a scuola e Chester voleva andare, doveva percorrere un po’ di strada in più per vederlo, ed era sempre entusiasta e faceva gasare i bambini dicendo “Un giorno sarò come quell’uomo anziano, che fa felici le persone”. E davvero questo è come gli piaceva vivere. Voleva semplicemente rendere la giornata di tutti migliore.
Zane:
Una cosa che ammiro davvero di 320 Changes Direction è il fatto che abbia degli obbiettivi veramente specifici. Penso che debba essere davvero un’informazione specifica da esporre alle persone, altrimenti diventa solo conversazione. E penso che portare questi cinque simboli nella conversazione e dopo parlare di cinque attività e azioni che si possono fare per minimizzarli è davvero interessante.
Talinda:
Change Direction è già iniziato. E’ stato fondato dalla dottoressa Barbara Van Dahlen. Ha creato un’organizzazione chiamata ‘Give an Hour’ che permette di fare una chiamata a professionisti per garantire un’ora del loro tempo per i veterani che tornano dalla guerra. Con il tempo si è espanso per aiutare anche le famiglie. E poi le è stato chiesto di lavorare con Michelle Obama per aiutare a creare un nuovo modo di parlare riguardo alla salute mentale. C’è staa un incontro con politici e senatori come se fosse la Casa Bianca e hanno creato Change Direction. Il motto è letteralmente cambiare la direzione della cultura della salute mentale. Questo è il punto di partenza per come offrire i nostri servizi di salute mentale e come educhiamo i nostri figli riguardo a questo. E quando ho parlato con la dottoressa Barbara per la prima volta mi sono innamorata della sua persona. Era come, questo è esattamente quello che voglio fare. Se ne avessimo potuto parlare di più, se fosse stato de-stigmatizzato, se non fosse un così grande motivo di vergogna, credo che la vita di mio marito, la mia e quella della nostra famiglia sarebbe stata molto diversa.
Zane:
Chester era così sincero nella sua musica riguardo a queste cose che stava passando. Sentiva di poter essere sincero anche al di fuori della sua musica? Era aperto a questo?
Talinda:
Una delle cose che non faceva era, uno dei traguardi che sono riuscita a fargli raggiungere, è che lui non parlava molto dei sentimenti negativi, a casa. Si vergognava molto. Ricordo che nei primi anni del nostro matrimonio lui era andato in rehab e, sai, ricordo mi dicesse “Non voglio essere un alcolista”. Gli alcolisti sono qualcos’altro, giusto? Lui non voleva essere quello. E poi con la depressione, come se lui non volesse essere depresso. Lui non voleva, come se invece lo fosse qualcun altro e che quel qualcun’altro avesse tutti quei segni negativi a circondarlo. Da persona che ha vissuto con lui, giorno dopo giorno, io ho visto le sue battaglie e so che non le capivo. Io non soffro di depressione e non sono una tossicodipendente. Quindi non sapevo minimamente cosa fare. Pensavo stesse avendo attacchi d’ansia. E ricordo che non capivo. Io mi irritavo, e gli dicevo “Calmati e respira”, “Stai bene”. Sai, tutta roba che adesso so sarebbe meglio non fare. Ma credo che molte persone non sappiano di più. E quindi una delle mie citazioni preferite è di Maya Angelou, “Più sai, meglio fai”. Sai, con il matrimonio con Chester, e anche con la sua morte, ho imparato, da come abbia potuto il mio apparentemente felice e beato marito andare a casa e togliersi la vita, che dovevo provare ad imparare qualcosa. Quindi questo è quello che sto facendo. Sto cercando di normalizzare. Deve essere normalizzato. Questi sentimenti, tutti li abbiamo.
Una delle mie analogie preferite, in verità l’ho detta a mio figlio, ha appena compiuto 12 anni Venerdì, e un paio di mesi fa mi ha chiesto di più su 320, e stava cercando di capirlo e di capire quale fosse il mio obbiettivo nel cercare di formare le persone sulla salute mentale. Perchè sai, lui ha la sua terapista, ed effettivamente è estremamente sano emotivamente, in gran parte grazie a lei. Ma lui voleva solo sapere quello che stavo facendo. Quindi gli ho detto “Pensala così: pensa al tuo corpo fisico. le tue braccia le tue gambe, la tua testa, il tuo cervello, ma sei una macchina.”
Lui ha detto “Mercedes AMG”, ed io: “Quindi il tuo corpo è una Mercedes AMG, di che colore? Nera. Bene, che tipo di cerchioni? Argentati con i freni dorati. Ok, perfetto. Quindi cosa succede se hai un graffio nella macchina, o qualcuno ti investe, o hai una ruota sgonfia?” Lui ha risposto che l’avrebbe riparato.
“Quindi cosa succederebbe se tu prendessi una storta, o ti rompessi un braccio, o ti tagliassi la mano?” E lui ha risposto dicendo che sarebbe andato dal dottore per farsi curare.
“Giusto. Quindi aggiusteresti il tuo corpo semplicemente come si aggiusta una macchina.” Gli ho raccontato che le cinture in macchina non erano obbligatorie da sempre, e lui era tipo “Cosa?” Gli ho raccontato che è stato solo nel 1968 che una legge federale costrinse le case produttrici di macchine ad aggiungere le cinture di sicurezza. “Perchè pensi avessimo bisogno delle cinture? Perchè le persone si facevano male?” “Si, le persone si facevano male. Chi pensi abbia insistito afficnchè fosse obbligatorio aggiungere le cinture alle macchine?” “Le case produttrici delle macchine?” “Beh, pensaci di nuovo ragazzo, perchè non erano le compagnie a farsi male. Avrebbero soltanto speso un sacco di soldi in più per aggiornare le proprie macchine.” Ci pensò un po’ di più e rispose che erano le persone a farsi male.
“Si, le persone si fanno male, ma ci sono molte persone che invece sono morte. Chi si è fatto sentire per loro?” Lui mi ha guardato e mi ha detto “Le famiglie delle persone che sono morte” “Esatto. Le famiglie delle persone che sono morte si sono fatte sentire. Hanno creato organizzazioni. Hanno fatto casino attraverso il Paese, hanno fatto pressione, e sono riusciti ad ottenere un cambiamento perchè i passeggeri in una macchina hanno bisogno delle cinture per la loro sicurezza. Adesso voglio che tu pensi alla salute mentale come il passeggero nella tua macchina e che ti sia capitato un incidente. Nel tuo caso Tyler, sei stato tamponato da un autoarticolato il 20 Luglio, e mentre non hai avuto danni al tuo corpo fisico, la tua salute mentale è stata invece altamente influenzata. Ci sono modi per prendersi cura anche di quella.”
E lui ha risposto “Quindi mamma, 320 è come mettere le cinture alla propria salute mentale?” E io gli ho detto “Sì, abbastanza”.
Zane:
Come possono le persone essere coinvolte nel 3/20 e cosa ameresti che le persone facessero?
Talinda:
Per il compleanno di Chester, mi piacerebbe che tutti per un minuto visitassero ChangeDirection.com ed imparassero le cinque buone abitudini di una persona mentalmente sana. Quindi, una volta fatto quello, che si facciano un selfie con la mano in alto e con la scritta “I am the change” nella propria mano e che la postino in tutti i propri social. Hashtag 320ChangesDirection, hashtag ChangeMentalHealth, hashtag MakeChesterProud. Questo dimostra che avete speso un momento per capire quali sono le cinque buone abitudini, e per capire i cinque segni che identificano sofferenza emotiva. Perchè sono due cose diverse. Uno è quando sei sofferente, o qualcuno che conosci è sofferente, ed è capire quei cinque semplici segni. Gli altri cinque semplici segni sono le tue buone abitudini per stare bene emotivamente, e quelli ti manterrano mentalmente sano. Quando non ti prendi cura della tua salute mentale, quello può essere un catalizzatore per saltare nella malattia mentale. Se sei incline ad essa, se lo sei geneticamente, se già ce l’hai. Quindi salute mentale e malattia mentale sono due cose separate. La malattia mentale è al punto in cui hai bisogno di prendertene cura. La salute mentale è qualcosa di cui puoi prenderti cura. Mantenete sempre tutto sotto controllo.
E voi che sensazioni avete preovato in occasione del compleanno di Chester?