Quando ancora doveva iniziare, dopo gli avvenimenti dell’anno precedente, non sapevamo davvero cosa aspettarci da questo 2018. È stato, nella sua interezza, il primo vero anno del cambiamento: sapevamo che sarebbe stato un anno diverso da tutti gli altri, che ha tolto, o meglio, che ha affermato la consapevolezza della mancanza. È stato il primo anno senza Chester e ci ha insegnato che neanche il tempo può trasformare in assenza una presenza importante come la sua. Ci ha dato e continua ancora a darci tanto, ogni giorno.
Non che ce ne fosse bisogno, ma quest’anno ha confermato che l’amore, l’affetto e il rispetto dell’intera community nei suoi confronti continuano ad essere inesauribili. Se il 2017 aveva il sapore di una fine, il 2018 si è ben presto presentato come un nuovo inizio, un punto di partenza.
“Gli ultimi sei mesi sono stati come una montagna russa. In mezzo al caos, ho iniziato a sentire una gratitudine immensa – per i vostri tributi, i vostri messaggi di supporto, per la carriera che mi avete permesso di avere e per la semplice opportunità di creare.”
Con queste parole Mike ha accolto il nuovo anno, annunciando la pubblicazione di Post Traumatic EP, composto da tre canzoni estremamente personali e crude. Dai suoni dolci e le parole malinconiche di Place to Start alla rabbia e la durezza di Over Again e Watching as I Fall, Mike ci ha portati nel suo mondo e nella sua testa, mettendosi a nudo e lasciando trasparire emozioni che in qualche modo ci hanno fatto sentire meno soli. Un bagliore nell’oscurità. La risposta da parte della fanbase è stata più che positiva, tant’è che si è subito attivata, seguendo i consigli di Mike stesso, facendo “rumore” al fine di riuscire a portarlo in tour nel proprio paese. Le date non si sono fatte attendere molto. Con un tour che andava prendendo forma tra l’entusiasmo crescente, con tappe in Asia, Europa – tra cui Milano – e Nord America, il 15 giugno Mike ha pubblicato l’album Post Traumatic. Sedici tracce che, come spiegato da lui stesso, ripercorrono il suo cammino attraverso le fasi del lutto in ordine pressoché cronologico, fino al raggiungimento di nuove consapevolezze e di una condizione migliore. Ad accompagnare l’album, o forse a caratterizzarlo, c’è la parte artistica: dipingere è stata una valvola di sfogo per Mike e quegli stessi dipinti da lui creati al fine di star meglio, sono diventati l’artwork dell’album.
Sfidando se stesso, ha affrontato le prime tappe del tour completamente da solo, per poi essere affiancato da due volti estranei, che ad oggi sono diventati più amici e familiari: quelli di Matthias Harris e Dan Mayo. I tre si sono esibiti l’8 settembre a Milano durante il Milano Rocks, aprendo ai Thirty Seconds to Mars. L’entusiasmo della fanbase per la data in Italia è stato da subito palpabile. Noi, come da tradizione, abbiamo organizzato il nostro raduno, composto da alcuni dei nostri momenti preferiti come il rivedere e conoscere alcuni di voi, passare una serata tra amici, firmare la bandiera, l’estrazione per il Meet&Greet, salutarci emozionati e contenti per il concerto del giorno successivo.
Nonostante Mike non fosse headliner della serata, appena arrivati in fila, è stato subito chiaro in quanti fossimo lì per lui: volgendo lo sguardo, le maglie dei Linkin Park erano ovunque. I sorrisi spontanei di Mike sul palco, gli occhi accesi e l’energia che trasmetteva, hanno lasciato intendere che il calore della folla gli fosse arrivato. Tra il pubblico eterogeneo c’era chi voleva ascoltare ancora una volta le canzoni dei Linkin Park, chi voleva far sentire il proprio supporto al rapper, chi voleva rendere omaggio a Chester e quelli presenti per tutte le ragioni sopra elencate ed altre ancora. La scaletta, seppur ridotta, ha accontentato un po’ tutti. Le emozioni provate durante il concerto sono le più svariate: gioia, dolore, nostalgia, gratitudine che sono andate a comporre senza dubbio uno show unico nel suo genere. Tra i momenti più belli della serata ricordiamo quello in cui Giuseppe è salito sul palco per suonare la chitarra durante Roads Untraveled e, successivamente, le voci di noi tutti, unite a formarne una sola cantando In the End: indubbiamente il momento più speciale ed emozionante.
Dopo una breve pausa, Mike ha ripreso il suo percorso dal Nord America, conducendo il Monster Outbreak Tour, organizzato da Monster per artisti emergenti. Questi concerti, tutti da headliner, hanno presentato scalette più complete e diverse sorprese, tra cui l’arrivo sul palco di Phoenix che, per qualche sera, si è affiancato al trio Shinoda-Harris-Mayo. Durante una di queste serate, Dave ha tenuto un discorso, ringraziando i fan, per il calore e l’affetto dimostrati, e Mike perché “quando sei nel bel mezzo di situazioni difficili, quando senti che davvero tutto va a rotoli, hai bisogno di qualcuno che si faccia avanti e ti conduca. Quel qualcuno è stato Mike. Non solo per voi, ma anche per noi.“
Phoenix, Rob, Brad e Joe hanno appoggiato e supportato il progetto di Mike fin da subito, prendendo parte al tour sul palco o tra la folla. Proprio parlando di loro, risulta impossibile non pensare ad un altro grande vuoto che ci lascia il 2018: i Linkin Park. Di certo nessuno si aspettava decisioni importanti, ma forse neanche un silenzio così assordante.
Escludendo Mike, solo Phoenix e Joe hanno svolto qualche attività per conto proprio: il bassista, insieme al golfista Brendan Steele e a Mark Fiore (collaboratore di lunga data dei Linkin Park nel settore della videografia), ha lanciato il podcast Member Guest, mentre Hahn ha tenuto DJ set occasionali in giro per il mondo.
Durante l’anno, tante volte sono state chieste a Mike notizie riguardo il futuro della band e lui, ogni volta, ha risposto che è del tutto incerto. I ragazzi continuano a vedersi e a trascorrere del tempo insieme, ma per il momento ognuno si sta dedicando a progetti personali. Da questo punto di vista, qualcosa in più ha dichiarato non molto tempo fa Phoenix ai microfoni di Sirius XM’s: “Noi cinque amiamo ancora avere la possibilità di vederci, e lo facciamo spesso. Penso che faremo di nuovo musica. Lo vogliamo tutti. Ci divertiamo a stare insieme tra di noi, ma abbiamo un lungo percorso da affrontare per capire cosa vogliamo fare e come sarà. E non so quanto tempo ci vorrà.” Che questo nuovo anno porterà delle novità? Staremo a vedere.
Di sicuro, ad attenderci (e già non vediamo l’ora) ci sono ben due date del Post Traumatic Tour. Conclusosi il tour nordamericano, Mike ha annunciato un imminente nuovo tour europeo che il 14 e 15 marzo farà tappa a Milano e Padova. È la prima volta che si hanno due date nel nostro Paese ed è una cosa di cui siamo felici e andiamo fieri – a settembre dobbiamo aver dato un’ottima impressione! Da parte nostra, stiamo già organizzando raduno e magliette (prossimamente avrete più info a riguardo).
Inoltre, l’anno si aprirà alla grande: come è già stato annunciato, l’8 gennaio verrà ufficialmente pubblicato Cross Off, secondo singolo di Anesthetic, primo album solista del chitarrista dei Lamb of God Mark Morton, registrato nel 2017 in collaborazione con Chester. È il primo inedito con la sua voce pubblicato dopo il 20 luglio dello scorso anno. Dark, duro e pesante, ci ricorda i vecchi tempi e di certo fa piacere ed è un onore poter riascoltarlo in vesti nuove.
Tirando le somme, questo 2018 è un anno difficile da riassumere o da giudicare positivamente o meno. Ci lascia con degli alti e dei bassi, consapevolezze vecchie e nuove, e ancora qualche domanda senza risposta. Forse qualcuna troverà risposta in questo nuovo anno o forse è ancora presto. Noi, comunque, saremo sempre qui e affronteremo insieme a voi tutto ciò che il futuro ci porterà.
Buon anno da Linkin Park Italia