Talinda e Tobi (sorella di Chester) hanno partecipato ad un video per sensibilizzare ancora più persone verso argomenti come la depressione. Potete trovare sotto il video la traduzione di quanto detto.
Talinda: La depressione non ha un volto. Mio marito, quando è morto, era al suo apice. Era nella sua forma migliore. Non sembrava uno che avesse pensieri suicidi. Non sembrava, “sembrava”, depresso.
Giorni prima di togliersi la vita, tutti credevano che il front man dei Linkin Park fosse felice
Talinda: Non ricordo le ore e i giorni successivi alla sua morte. È tutto confuso per me.
Tobi (sorella di Chester): Il mio favoloso fratello se n’era andato. È stato il più forte colpo che avessi mai provato nella mia vita. Sembrava semplicemente come se non mi meritassi di respirare perché lui non avrebbe più respirato.
Chester ha combattuto la depressione e la dipendenza per molta della sua vita adulta. Molto spesso ha incluso queste battaglie nella sua musica
Talinda: Chester era la sua musica tanto quanto tutto il resto. Lui era le sue canzoni. Era le sue poesie. Quella era la sua via di fuga. Riversava ogni emozione su quel palco e ha usato lo stesso microfono per 9 anni. E ce l’ho a casa. I miei figli possono parlarci dentro quando hanno bisogno di sentirsi vicini al loro papà. Quando tocchi il microfono, quando lo tieni in mano, puoi sentirlo.
Due mesi prima che Chester si togliesse la vita, i Linkin Park avevano pubblicato il loro settimo album
Tobi: Era così elettrizzato dal nuovo album. Aveva condiviso con noi alcune canzoni. Sembrava così pieno di vita.
Talinda: Aveva combattuto con gli istinti suicidi per anni, anche prima che ci incontrassimo. E io ne ero al corrente. Tuttavia, quando ci ha lasciati è stato completamente inaspettato.
La polizia ha trovato il corpo di Chester nella sua casa di Los Angeles il 20 luglio
Tobi: Non l’ho visto arrivare. Non me lo aspettavo, non c’erano state anticipazioni. E ricordo solamente che mi sentivo così vuota. E non mi ero mai sentita così tanto vuota e senza speranza. Mi sentivo come se non mi meritassi mai più di vedere il sole sorgere ancora perché lui non lo avrebbe visto di nuovo. Non c’è modo per superarlo. La realtà cambia.
Talinda: Ho iniziato a comunicare con la gente su Twitter. Loro si rivolgevano a me, i fans, centinaia, si sentivano senza speranze. Loro stessi volevano farsi del male. E io mi sentivo inutile perché non avevo l’ampiezza emotiva per aiutarli. Quindi ho incominciato a ritwittare i loro tweet e chiedere ad altri della community di Twitter di tirarsi su a vicenda, di offrire supporto. Questo mi ha aiutata ad attraversare alcuni dei miei momenti più bui.
La linea nazionale prevenzione al suicidio ha ricevuto il 14% in più di telefonate il giorno che la notizia della morte di Chester è stata resa pubblica
Talinda: Non voglio che la sua morte sia stata vana. Abbiamo una famiglia allargata con 7 figli in totale. Tutti dovrebbero poter guardare indietro alla morte del loro padre un giorno e non voglio che sia soltanto un’altra tragedia di una rockstar finita male. Il modo in cui capirebbero che non è stata colpa loro è comprendere la malattia mentale. Capire di prendersi cura della loro salute mentale. Voglio anche che loro si guardino indietro dicendo, la morte di mio papà è stata un punto di svolta. Ha innescato un movimento. È servita a qualcosa.
Talinda ha co-fondato 320 Changes Direction, una campagna per sensibilizzare sui problemi della salute mentale
Talinda: Quello che veramente voglio far passare è che anche se potresti pensare che qualcuno stia bene e che sembri passarla bene o tu puoi sembrare star bene e stai cercando di mostrare che va tutto bene, è ok non essere ok ed è ok dover lavorare ogni giorno su questo.
La campagna per cambiare direzione ha l’obiettivo di far riconoscere a tutti i 5 segnali
Talinda: Ci sono 5 segni che la campagna Change Direction ha identificato, segnali universali, che la maggior parte delle persone mostra. Tra questi ci sono il cambio della personalità, agitazione, ritiro, sconforto e calo nella cura di sé stessi. E questo può esserci in diversa misura. Se noti qualcuno che ami comportarsi diversamente, tendi la mano, chiedi se sta bene, offri supporto.
Tobi: Mi piacerebbe che il mondo capisse che tutti abbiamo salute mentale. In varia misura, in base al momento in cui ci troviamo. Ma non ci dovrebbe essere tabù riguardo le parole “salute mentale”. E senza questo tabù penso che la vergogna e l’omertà se ne andrebbero via, sparirebbero. È questa omertà che ci sta uccidendo.
Fonte: Now This