Kerrang! intervista Mike: nuovi dettagli sui brani di Post Traumatic

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Mike è stato nuovamente intervistato da Kerrang!, rivelando nuovi dettagli su alcune canzoni di “Post Traumatic” e molto altro. Ecco la traduzione della parti più interessanti dell’articolo:

“Non riguarda il trauma.. non si chiama ‘Traumatic’, giusto?” ironizza così Mike, per sottolineare ancora una volta che l’imminente album non sarà del tutto oscuro e negativo, ma culminerà in luogo di guarigione. E mentre è più a suo agio con le apparizioni pubbliche, abbracciando allegramente i suoi primi impegni, Mike si sta ora preparando per un’apertura ancora più personale verso tutto il mondo, con la pubblicazione di Post Traumatic. Nel frattempo, riprendendo da dove avevamo lasciato tre mesi fa, Mike ci racconta com’è stato lavorare a questo album.

“Sapevo che la mia vita stava per diventare davvero difficile, turbolenta e, in un certo senso, interessante. Mi sono incaricato di catturare quei momenti e di essere il più autentico e sincero possibile nell’esprimerli. Ho realizzato che se avessi detto o scritto qualcosa di troppo personale, sarei potuto sempre tornare indietro, cambiarlo oppure gettarlo via del tutto.”

Lavorare in questo modo, dice Mike, è stato difficile e liberatorio al tempo stesso. Ha potuto godere il suo essere in grado di togliere “le cavolate dai testi”, ma si è anche ritrovato a cambiare direzione più volte nel corso del disco. Inizialmente si domandava se avesse dovuto pubblicare tutte e 16 le canzoni presenti nell’album in una volta sola, il 1 gennaio. Poi ha considerato di suddividerle in più “gruppi ed EP” o anche di inaugurare le canzoni traccia per traccia, volta per volta. Infine Mike ha deciso di dare ai fan un EP di tre canzoni, all’inizio dell’anno. 

“Prendermi il mio tempo e lavorare sulle canzoni per renderle migliori era la cosa giusta da fare.” 

E non è una coincidenza che gli stessi 3 brani dell’EP (Place To Start, Over Aagin e Watching As I Fall) , siano anche i primi tre nell’album Post Traumatic.

“Non lo chiamerei un concept album, però segue una narrativa cronologica, in un qualche modo”

Gettandosi con tutto il cuore in questo progetto, Mike ha lavorato contemporaneamente a molte decisioni. “Adesso sono felice di averlo fatto, ma non so come le persone reagiranno o come andrà lì fuori nel mondo. Make It Up As I Go è una canzone importante perché è la consapevolezza che nessuno ha tutte le risposte, e di certo io non so dove mi porterà questa strada. Ma sono aperto più che mai ai costanti cambi di direzione.”

Anche Post Traumatic ha un tono consapevole per Mike, che non voleva che queste tracce in stile hip hop si crogiolassero troppo nella tristezza. Dopotutto ha attraversato confuse e diverse sensazioni mentre era rintanato in studio, ed è per questo che i beat più pop e ottimistici di Hold It Together sono così decisivi.

“C’erano giorni in cui mi sentivo abbastanza bene, e altri in cui non mi sentivo affatto bene”, dice Mike ripensando ai mesi passati. “E nel mezzo, c’è questa strana area grigia dove, ad un certo punto, ho guardato indietro ai giorni precedenti e pensavo, ‘Wow, ho avuto un paio di giorni davvero buoni e ho pensato davvero poco a quello che stava succedendo’. Ho provato questa sensazione di positività e dopo mi son sentito in colpa per essermi sentito positivo.”  Mike fa una pausa, sorridendo per quanto sembrasse tutto assurdo. “E dopo mi sono arrabbiato del fatto che mi stessi sentendo in colpa, perché.. non dovremmo provare tutti a star meglio?” riflette. “Ma dopo ho iniziato a ridere, senza motivo! Sentivo come se fosse stranamente buffo il fatto che fosse tutto così caotico, perché so che non sono l’unico ad aver affrontato una situazione simile. Hold It Together era divertente, in un qualche modo; la consapevolezza di quanto fragili le cose possano essere, in un determinato momento – specialmente sei mesi fa.”

Dall’inevitabile ricerca interiore che sei costretto ad affrontare quando il tuo mondo sta crollando, al tornare sul palco ed esibirsi dal vivo senza il conforto di esser circondato dai sui compagni di band, Mike ha passato un periodo molto difficile, assorbendo nuove lezioni sia nella sua vita che nella sua carriera. 

“I used to think I knew who I was / Now it’s time to see if it’s true”, rivela Mike sulla toccante Promises I Can’t Keep – ossia “Pensavo di sapere chi fossi, adesso è giunto il momento di vedere se è vero”.

“Sento di aver sempre associato una parte di ciò che sono alla band, e sono stato costretto a separare un po’ le cose”, ammette. “Sono ancora una parte dei Linkin Park, e i Linkin Park sono ancora una parte di me, ma sono in grado anche di separare la mia identità, adesso più che mai, e dire ‘questo è ciò che sono.’ Fare un album da solo, con il mio nome, è stato parte di questo processo.”

Mike prende come riferimento il suo album come Fort Minor per spiegare come Post Traumatic sia più vicino a lui come individuo. “Scrivevo io la musica e prendevo tutte le decisioni, ma ho invitato qualche ospite e amico a partecipare all’album, e ho preso anche una band di supporto insieme a me. Quindi il progetto usava ancora il “gruppo” come una stampella, in un certo senso.” Adesso Mike, sta conquistando queste sfide da solo. Si è esibito in due spettacoli il 12 maggio a L.A. , e continuerà ad affrontare anche altre date in seguito, sempre per conto suo. 

“Continuerò a fare concerti da solista” dice sorridendo, molto fiero. “Ad un certo punto probabilmente aggiungerò delle persone al tutto, ma sarà ancora il mio album, con la mia voce e le mie scelte.”

Soprattutto, Mike è contento di aiutare i fan a superare il dolore condiviso dell’anno passato. Non sa cosa accadrà con la band e sta ancora cercando di capire come orientare il dolore per la perdita del suo caro amico. Ma in Post Traumatic, e il tour che seguirà, la famiglia dei Linkin Park si ritrova in questa violenta tempesta, quantomeno, insieme ed unita. 

“Sento che questo album sia qualcosa di positivo per i fan”, conclude Mike. “Il che è anche più importante, perché voglio che sia più grande di me stesso e della mia storia.”

 

Mike ha parlato anche delle altre collaborazioni presenti nell’album:

Make It Up As I Go (feat. K.Flay): Abbiamo scritto questa canzone alla fine di One More Light, ma c’era qualcosa che non andava. Mesi dopo, sono tornato a lavorarci e ho riscritto tutto tranne il ritornello. K.Flay è incredibile! È così intelligente e fiduciosa, un’ottima scrittrice e una grande artista.

Lift Off (feat. Chino Moreno & Machine Gun Kelly): Conosco Chino da sempre. Siamo amici da anni. Questa canzone è iniziata con i beat e la mia voce, poi Machine Gun Kelly ha fatto il suo verso. Lui è molto divertente ed era super eccitato quando ha sentito Chino.

 

Fonte: Kerrang!