Chester e Chris: l’ultimo ricordo

chester chris

Metal Hammer ha pubblicato un’intervista fatta a Chester poco prima della sua scomparsa, in cui il cantante ha parlato del suo forte rapporto con Chris Cornell. Trovate di seguito la traduzione dell’intervista.

“ERA COME SE CI CONOSCESSIMO DA SEMPRE”

Dopo la morte di Chris Cornell nell’estate del 2017, abbiamo parlato della sua eredità con il frontman dei Linkin Park e suo grande amico Chester Bennington. Per la prima volta, ecco il suo tributo per intero.

Quando abbiamo saputo che Chris Cornell era venuto a mancare, abbiamo iniziato a mettere su un tributo in suo onore e ci siamo messi in contatto con il suo amico Chester Bennington. Chester aveva cantato al funerale di Chris all’Hollywood Forever Cemetery il 26 maggio 2017 e, nonostante fosse ovviamente un periodo difficile per lui, acconsentì a parlare al telefono una settimana dopo. Fu gentile e generoso col suo tempo e ci ringraziò per “esservi presi il tempo per scrivere un bel pezzo su qualcuno che ha contribuito molto nella vita di così tante persone”.

Purtroppo, Chester si è tolto la vita due mesi dopo. Il cantante, allo stesso modo, aveva contribuito alla vita di tantissime persone e la community metal ha pianto un’altra scomparsa. Dopo due anni e mezzo, abbiamo rivisto la conversazione che abbiamo avuto a proposito del suo eroe. Ciò che traspare è una solida amicizia tra le due icone, legati dal loro amore per le proprie famiglie e dalla loro carriera.

Per prima cosa, potresti raccontarci come vi siete incontrati tu e Chris?

Abbiamo fatto un tour negli Stati Uniti chiamato Projekt Revolution, che era un festival semi-annuale che organizzavano i Linkin Park. Portavamo tanti artisti differenti e Chris Cornell era in uno dei nostri tour [nel 2008]. Penso fosse quando eravamo in tour con Minutes To Midnight. Ad ogni modo, ci siamo conosciuti allora. Siamo immediatamente andati molto d’accordo.

Sono cresciuto ascoltando Soundgarden, Alice in Chains, Nirvana. Non credo che nessuna scena musicale mi abbia influenzato tanto quanto quella che venne fuori da Seattle. A quei tempi c’era tanta grande musica proveniente da Seattle. Quindi per me fu davvero molto bello essere in giro con uno dei miei eroi, e ci siamo trovati molto bene. Vicky [Cornell] e mia moglie, Talinda, sono immediatamente diventate migliori amiche. Passavano del tempo insieme ogni giorno e durante quel tour ci siamo avvicinati molto. La nostra amicizia è davvero cresciuta in quel periodo.

Come si è evoluta da lì? Sembra che divenne più di una semplice amicizia da tour molto in fretta.

Non so se ti è mai capitato, ma a volte incontri qualcuno e ti sembra che vi conosciate da sempre. Ed è proprio quello che è successo tra le nostre famiglie. Dopo quel tour siamo rimasti in contatto e la cosa si è evoluta con Chris e Vicky che mi hanno chiesto di essere il padrino del loro figlio, Christopher. Uno dei miei ricordi preferiti della nostra amicizia è il battesimo e l’assunzione di quella promessa verso la sua famiglia. È stato davvero bello. Quando erano in città cercavamo sempre di vederci, a volte era difficile perché siamo tutti molto impegnati. Chris e io eravamo simili sotto tanti aspetti, avevamo tanti cari amici ma non per forza li vedevamo tutto il tempo, perché le nostre vite personali sono molto impegnate e la nostra dedizione nei confronti delle nostre famiglie è molto forte.

Immagino che il fatto che le famiglie si siano avvicinate così velocemente, non solo tu e Chris personalmente, abbia reso tutto più facile?

Sì, credo che se fossimo stati solo io e Chris a parlare e passare del tempo insieme, sai, saremmo stati buoni conoscenti. Ma l’amicizia tra le nostre mogli, l’aggiungi al mix e le cose si intensificano un po’ di più! In termini di vicinanza, in termini di confidenza, era davvero speciale. La nostra amicizia è andata oltre il rispetto reciproco per ciò che facciamo nella musica.

In che modo descriveresti Chris fuori dal palco?

Chris era un bravo padre, davvero dedito alla sua famiglia, amava i suoi figli più di ogni altra cosa. Molto taciturno. Se lo approcciavi da solo era molto loquace. Se lo ponevi in una situazione “intima” veniva fuori tanto della sua personalità. Al di fuori di ciò, era molto taciturno e riservato. Molto pacato e mite.

Essendo cresciuto come un fan della sua musica, immagino che dovessi avere una grande ammirazione di Chris. Come era rispetto a quello che avevi immaginato di lui prima di iniziare a passare del tempo insieme?

Fortunatamente le mie esperienze sono state più positive che negative, ma ho avuto l’opportunità di esibirmi con tante persone che ammiravo molto crescendo e che hanno avuto molta influenza su di me. Il 90% delle volte è stato davvero fantastico e sono nate delle amicizie. Il restante 10% delle volte non va molto bene e pensi “cavolo, vorrei non aver mai conosciuto quella persona!” Rovina tutto! Perlomeno per me. Del tipo “Ho conosciuto quel tipo di quella band che amo e si è rivelato un cretino. Vorrei non averlo mai conosciuto così potrei ancora ascoltare la sua musica”.

Incontrare Chris è stato davvero… Non capita a tutti di avere l’opportunità di fare queste cose. È probabilmente una delle cose che più ho apprezzato del successo dei Linkin Park, l’andare in tour con tanti di questi ragazzi. Faccio tante cose con all-star band; ho suonato con Alice in Chains, ho fatto concerti con Jane’s Addiction, concerti con Stone Temple Pilots, ho fatto concerti con Chris Cornell. Ho avuto l’opportunità di suonare con la mia band preferita, i Metallica. È stato un onore. E Chris è stato decisamente un momento fantastico. Per quanto riguarda la sua abilità di esibirsi, è nella top 3 dei cantanti (maschi) di sempre. Insieme a Jeff Buckley e Jimmy Gnecco degli Ours.

chester chris

Secondo te cosa rendeva Chris così unico come performer?

Ovviamente il suo range vocale è incredibile. La potenza pura. Ma credo che anche il suo modo di scrivere i pezzi fosse fantastico, i tempi, le progressione di accordi. Quando suoni qualcosa c’è un equilibrio delicato tra la tecnica e l’intelligenza di quello che proponi. Questo si vedeva specialmente nei Soundgarden, che avevano una sezione ritmica incredibile. Le loro progressioni sono complicate, ma avevano groove! È davvero difficile tirare fuori roba del genere.

Come performer, c’è qualcosa che hai imparato da lui andandoci in tour insieme e vedendolo suonare tutte le sere?

Quando vedi una tale grandezza, non hai bisogno di esserne convinto. Basta guardare e pensi “Wow”. Mi stanno venendo i brividi ora solo a pensarci. È speciale osservare qualcuno con così tanto talento mentre fa quello che ama. Quando eravamo on the road per il Projekt Revolution tour, cantavo con lui Hunger Strike dei Temple Of The Dog. Ovviamente anche Eddie Vedder rappresenta una grande influenza per me e quella è una delle mia canzoni preferite. Amo sentirli cantare su quel pezzo, quindi quando Chris me l’ha chiesto ho detto subito “Certo, canterò la parte di Eddie”, ma lui mi ha risposto “No amico, dovrai cantare le parti alte.” Credo di aver risposto ridendo “Merda, no!” Solo due volte sono stato molto nervoso prima di cantare con qualcuno. La prima volta è stato con Paul McCartney ai Grammy, quando ho dovuto fare le parti alte di Yesterday. È un brano che non puoi sbagliare! La seconda volta è stata proprio Hunger Strike con Chris, e dovevo arrivare a note davvero alte. Il miglior complimento che abbia mai ricevuto è stato proprio da lui. Dopo l’esibizione ha riso e mi ha detto “Amico, in teoria non saresti dovuto riuscire a farla, ho scelto quella parte per te apposta!” E per me questo era un gran complimento. È divertente, ma mia moglie mi pizzica sempre perché quando io e Chris cantavamo quella canzone ci guardavamo continuamente sul palco. Succedeva perché lo ammiro tantissimo come persona e come artista e anche per l’amicizia che si stava creando tra noi. È stato un periodo molto speciale.

Qual è il tuo ricordo più caro di Chris?

Sicuramente i momenti in cui stavamo insieme, che erano pochi e passava sempre molto tra una volta e quella successiva. Sederci vicino alla piscina con i bambini, parlando e basta. Ovviamente anche il battesimo di suo figlio Christopher e l’essere invitato nella sua famiglia. È stato davvero speciale.

Hai cantato al funerale di Chris. Com’è successo? Ti è stato chiesto o hai cercato di farlo in qualche modo?

Non sono sicuro di come sia venuta l’idea, ma mi hanno chiesto di cantare. Dovevano parlare dieci persone, quindi hanno pensato che tra gli elogi potesse esserci qualcuno che suonasse e cantasse. Quindi me l’hanno chiesto e sapevo che sarebbe stato difficile. Non so chi abbia portato l’idea, ma Vicky voleva che cantassi, quindi l’ho fatto. Ho pregato, dicendo “Chris, so che sei lì e voglio che sia speciale. Voglio la canzone giusta. Mettimela in testa, dammi la giusta sensazione. Dammi qualcosa.” Mi ricordavo dalle nostre conversazioni che era amico di Jeff Buckley, quindi ho pensato che Hallelujah fosse una buona canzone. È la mia canzone preferita, credo che sia una delle migliori mai scritte, e sicuramente la versione di Jeff è la mia preferita. Quindi era una bella cosa, perché era qualcuno a cui Chris era legato. Ed era anche un altro dei miei cantanti preferiti. Quindi ho scelto quel brano e poi ho parlato con sua figlia Lily perché a quanto pare spesso la cantavano insieme, anche con Toni, sua sorella. Non sapevo questa cosa, quindi è stato un momento speciale e sono onorato di avervi partecipato in questo modo positivo.

È una canzone bellissima, ma è davvero triste. Possiamo solo immagine quanto sia difficile cantare un brano come quello in un’occasione così sentita.

È stato difficile. Credo che tutto sia casuale in questo universo, ma che non ci siano incidenti. Questo è quello che credo. Alcuni giorni prima dovevamo suonare da Jimmy Kimmel e abbiamo cambiato i programmi. Avremmo dovuto suonare Heavy, ma Chris se ne era appena andato, quindi abbiamo pensato di dedicargli One More Light. L’ho provata poco, mi sono bloccato, piangevo, mi ricomponevo. Quindi da questo punto di vista, questa esperienza mi ha preparato il funerale. Sono riuscito a tenere le cose bene in piedi, ma è stata dura.

Quale credi che sarà il lascito di Chris?

Sua moglie e i suoi figli. La sua famiglia. Musicalmente credo che sia senza dubbio una delle più grandi influenze dei nostri tempi e che abbia fatto parte di una delle migliori band di sempre. Il suo contributo alla musica non ha rivali. Ovviamente tantissimi musicisti hanno dato un forte contributo, ma i Soundgarden in particolare (e ovviamente anche Chris per conto suo) saranno riconosciuti tra i più grandi. Dal punto di vista musicale, credo che questo sia innegabile. Come uomo, padre, marito e amico era una grande persona, una persona buona. E credo che i suoi figli cresceranno facendo molte cose speciali.