Mike e Chester intervistati da Kerrang!

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Il gruppo californiano è apparso diverse volte all’interno delle pagine della nota rivista britannica. Per chi non lo sapesse, Kerrang! è uno dei settimanali musicali del Regno Unito che trattano di generi rock, punk e heavy metal di maggior successo. La sua popolarità lo ha portato ad istituire i Kerrang Awards.

Nel numero del 19 novembre, la copertina vede Mike e Chester affiancati da una scritta shock che anticipa l’articolo: “abbiamo chiesto a noi stessi… è la fine?”.

L’intervista ai frontman del gruppo che viene riportata in sei pagine intense, ripercorre la loro carriera e ci svela il segreto che li ha resi delle leggende nel mondo del rock. A seguire degli estratti dall’intervista:

Cosa riuscite a ricordare del vostro primo incontro?

CHESTER: Sinceramente pensavo che le cose andassero come con ogni altro gruppo. Avevo recentemente lasciato un gruppo di Phoenix in cui il nostro bassista aveva registrato una serie di pezzi per un EP suonando con lo strumento scordato, per poi chiedere al resto del gruppo di ri-registrare tutto per coprire il suo errore.. avevo chiuso con la musica, era come una ragazza da cui mi ero lasciato. Ma quando ho sentito la demo che mi mandò Mike, sono tornato dalla mia ex moglie e dissi: “questo è quello giusto.”

MIKE: Quando sei entrato alle audizioni, stavamo sentendo anche altre persone. Il tuo talento ci ha impressionato, ma non volevamo dare a nessuno l’impressione di esserlo davvero. Mi sono sentito come una ragazza che ce la metteva tutta per avere qualcosina di più, ed ha funzionato (ride)!”

CHESTER: Ho apprezzato che i ragazzi fossero seri riguardo il gruppo, ma inizialmente volevo tirami fuori a causa del lavoro che avevo. Mi stavate trattando come se fossi ad un’audizione, mi sentivo già abbastanza insicuro rispetto agli altri partecipanti, poi Jeff Blue [allora manager dell gruppo] mi chiese di cambiarmi i vestiti…

MIKE: Oh, non ho saputo di questa cosa fino a diverso tempo dopo. Lo giuro. Ho detto a Jeff “Hai fatto cosa? È terribile!. Siamo stati fortunati che tu sia rimasto nonostante l’accaduto. Ma non volevamo allontanarti da quello che eri, perché sarebbe stato sbagliato. Non potevamo semplicemente prendere un cantante – volevamo conoscerlo.

Come ti sei sentito riguardo ciò, Chester?

CHESTER:  Ero stimolato dall’essere circondato da ragazzi che facessero cose interessanti. Da quel giorno, quella sensazione non si è mai fermata; è stato sempre eccitante e stimolante. Avevo bisogno di essere circondato da persone di questo genere. Non volevo suonare solo nei bar. Quando ad un certo punto nella mia vita ho scoperto di non fare più niente, quello è stato un momento in cui mi sono sentito davvero fuori controllo… quelli sono i momenti in cui le cose diventano strane.

Com’era Chester all’epoca?

MIKE: Passava da un estremo all’altro. Penso che si sia addolcito molto di più ora, ma all’epoca poteva amare o odiare qualsiasi cosa. Era difficile abituarsi, e iniziare a farlo, ma è davvero divertente stare vicino a qualcuno con questo carattere. Mi sento come all’epoca; quando provavo qualcosa, pensavo continuamente a trovare nuovi metodi per parlare con Chester per spingerci al meglio in ogni scenario concepibile. Voleva dare il 100% in tutto. Potevo provare a capire le sue intenzioni e mi fotteva sempre. Ècosì intenso, è fantastico. È ciò che guida la sua performance e la sua scrittura.

È ciò che ammiri di più in Chester, Mike?

MIKE: A parte le cose ovvie – voglio dire, sarebbe impossibile stare con Chester e non essere impauriti dal suo talento grezzo – ma come siamo diventati più grandi, lui è diventato una persona molto generosa, una persona calda. L’altro giorno, un perfetto esempio: sua moglie gli ha inviato una foto di un maledetto cane. Chester me la mostra dal suo telefono, è l’immagine di questo cane sulla sedia a rotelle che non poteva usare le sue zampe posteriori. Ho guardato Dave [Farrell] e ho detto, “Chester prenderà sicuramente questo cane entro la fine della settimana. Non potrà dire di no a quel cane, non può…

CHESTER: E ci sono delle rampe in costruzione a casa mia proprio in questo momento!

E tu Chester? Cosa ammiri di Mike?

CHESTER: È semplice: il fatto è che i ragazzi del gruppo, specialmente Mike, sono quel tipo di persone che vorresti ascoltare quando stanno parlando. La parte migliore di ciò che faccio viene da Mike che continua a spingermi oltre i miei limiti. Non penso che avrei fatto le stesse cose in un altro gruppo.

Da un’altra prospettiva, non importa quanto piccoli o banali che siano, quali difetti trovate tra di voi?

CHESTER: È divertente, ma quando sei in un rapporto con qualcuno per così tanto tempo, arrivi al punto dove puoi guardarti a vicenda e ridere su queste cose. È come, quando sei con la tua famiglia, e inizi a dire “Oh, zio Larry…“. Prenderesti una pallottola per lo zio Larry ma allo stesso tempo…

MIKE: Dai, dì qualcosa! Dì qualcosa di male su di me!

CHESTER: È difficile descriverlo. Come disse Robin Williams: sai di essere innamorato quando ti piace l’odore delle sue scoregge (ride).

MIKE: Quando Chester sta facendo una declamazione, niente può fermarlo. Ne parlerà per ore. Ed ecco, “Amico, davvero? stiamo ancora parlando di questa cosa?“. Da parte mia, so che posso metterci tanto tempo per prendere una decisione. Potrei rimuginare su ogni cosa.

CHESTER: Direi che questa è l’unica cosa davvero diversa tra di noi. Sono definitivamente il ragazzo che è più uno yes man.

MIKE: Assolutamente no – benché tu sia veloce a prendere decisioni.

CHESTER: Sto parlando del film Yes Man dove io non posso dire di no a tutto.

MIKE: (con tono un po’ urtato) Non sono del tutto d’accordo.

Che ricadute hanno queste differenze?

CHESTER: Ecco come stanno le cose; ecco come funziona il mio modello di business. Mike è felice? Sì. Mike sarà comodo nel lavorare nel modo in cui vuole e quando vuole? Sì. Perfetto, ecco cosa voglio, perché quando ciò accade allora so che darò il meglio me.

Sei felice di ammetterlo un po’?

CHESTER: Per me non è ammettere. So che se assecondo Mike nell’essere ciò che vuole, quando vuole, lui raggiungerà il suo massimo potenziale. Quando le persone mi chiedono “Qual è il segreto del tuo successo?” Io rispondo, “Mike Shinoda”. Lo porti via, non esiste. Non posso dire la stessa di me.

MIKE: Dico lo stesso di te.

CHESTER: Penso che finché continuiamo a fare cose insieme saranno sembre belle. C’è qualcosa di speciale in noi sei che esce fuori quando siamo tutti insieme, e se tu prendessi uno qualsiasi di noi fuori dalla band, non sarebbe di certo lo stesso. Ma se fossi messo nella posiziona di diventare la forza creativa trainante della band, faremo pochi album.

Com’è una lotta nei Linkin Park?

CHESTER: Ci sono personalità differenti nel gruppo e ci sono diverse abilità creative, non siamo sempre d’accordo, non ci dilunghiamo molto e non tutto è sempre perfetto. Ma una cosa che c’è sempre stata è il modo con cui sono state gestite le cose quando andavano male, opposto al modo in cui si gestiscono le cose quando vanno bene. E’ tipo: “Come reagiscono le persone durante una crisi? Come reagiscono le persone quando la merda sta diventando troppa? Come dirigi la barca quando è fuori rotta?” Molte persone impazziscono, ed io sono venuto da questo mondo – sarei impazzito.

MIKE: Stavo parlando con Daron [Malakian] dei System of a Down quando abbiamo suonato con lui all’Hollywood Bowl [a Settembre, suonando Rebellion di The Hunting Party, in cui anche Malakian è presente]. Mi disse, “ho appreso tanto su come dovrebbe essere un gruppo da voi. Vi ho visto fare cose in un modo che vorrei funzionasse anche per noi.

CHESTER: Qualcosa che ho appreso in questo rapporto, sai, è una situazione grande, sì, ma valutiamo cosa possiamo fare, e come possiamo riuscire a farlo bene. Funziona meglio di un confronto.

Non c’è un caso di un gruppo che ha bisogno di sollecitare un po’ di questa aggressione e disfunzione, anziché alleggerirli?

MIKE: Non ci sono dubbi che ogni singola persona nel gruppo conosce la passione che possiede Chester. So anche che se a volte non vuole qualcosa, allora sarà l’unica cosa di davvero importante per la band. Quando scriviamo insieme cerco di battere il più possibile su questo bottone, fintanto che me lo permette.

Come spingi questo bottone?

MIKE: A questo punto sappiamo tutti molto bene che gli racconto storie che mi ha detto in passato. “Ricordi quella volta quando questo è successo a te?” Puoi sentirlo dire, “Oh, fottiti!”‘. Sa cosa stavo facendo, ma non mi ferma. Non aiuta a migliorare. Se cerco di portare un miglioramento in qualcosa, è perche la canzone ne ha bisogno, e sto creando una connessione. È terapeutico per noi.

Questa “terapia” è integrata con la sopravvivenza dei Linkin Park?

CHESTER: Penso che ognuno di noi abbia uno specifico set di abilità personali. Non è come se questo sia l’unico rapporto che Mike ha quando fa certe cose per far si che il lavoro funzioni sicuramente. Te ne esci quando ti inserisci. Non è semplice per tutti, non penso, ma crea una combinazione di abilità. A volte devo dire, “È fottutamente stupido, non mi piace, non farò nulla finché non cambia“, e qualcun altro ha bisogno di essere la voce della ragione. Siamo come un insieme di spezie, e se ne inserisci una di troppo rovini tutto. Mettiamo abbastanza di noi stessi in questo, e quando lo facciamo in questo modo, quando comunichiamo in questo modo, lavoriamo davvero bene. E questo è eccitante. Quando fai qualcosa e funziona ti senti meglio e alle altre persone piace, vorresti ripeterlo. Ecco perché mi masturbo così tanto. E’ come se queste cose liquidino ogni volta (ride).

Pensi che questo sia il più grande completamento di questa band?

MIKE: Il fatto che Chester si masturbi (ride)?

Ehm, cambiamo… qual’è stato il momento nella vostra vita in cui vi siete sentiti davvero grati di avere ognuno di voi come supporto?

MIKE: Beh, non parlo per me stesso, ma attorno al periodo di Minutes to Midnight [album uscito nel 2007]… Abbiamo fatto Hybrid Theory, Collision Course [mash-up del 2004 con Jay-Z] e ogni cosa nelle nostre rispettive vite è cambiata. Per 18 mesi stavamo reinventando il gruppo, riapprendendo chi eravamo come persone, e, in alcuni punti, diventando amici per la prima volta, specialmente con te, Chester. Non siamo cresciuti con te, e tu stavi cambiando così tanto in quel periodo, diventando semplice, e avevi divorziato. Eri una nuova persona. Saresti cambiato molto, ma era fantastico vederlo accadere. Ti ho visto spendere così tanta energia nel gruppo e in quel momento stavi spendendo quel tempo e energia per formare la tua nuova vita.

Pensi che saresti riuscito a farlo da solo, Chester?

CHESTER: Uhm.. onestamente, essere in questo gruppo è la cosa migliore che io abbia mai avuto. Questi ragazzi hanno avuto un ruolo davvero speciale nella mia vita, non solo nella mia carriera. Quando cresci in un rapporto, capisci che la band non ha importanza. Ciò che importa è che abbiamo superato questa vita insieme, nella miglior situazione in cui potessimo essere. Penso che alcuni periodi ci abbiamo davvero stimolato. Ci ha mostrato quanto eravamo profondamente connessi. È stato duro, ma come le cose si facevano più difficili, alla fine, ci hanno dato i momenti migliori.

MIKE: Sai, le uniche immagini che ho di noi nel mio studio sono tre foto di quell’epoca, in cui giocavamo a pallacanestro, mangiavamo assieme, uscivamo.

C’è mai stato un momento in cui vi siete sentiti abbattuti dagli altri?

MIKE: Sicuro. Quando qualcuno si ammalava, o aveva qualcosa che interferiva nello show. Ognuno sta pensando, “E’ importante“, per qualsiasi ragione, e allora sei l’unico che dirà, “Possiamo farcela“. Ciò è accaduto a ognuno di noi, ad un certo punto, ed è sempre un brutto.

CHESTER: Ci sono stati tanti scenari dove avevo un idea, e pensavo che fosse fantastica, e la lanciavo ai ragazzi e sentivo dire, “Fantastico, aggiungilo alla lista“. E mi sentivo tipo, “Tutto qui?”. A volte queste circostanze posso tirarti giù in una via buia se non hai la giusta prospettiva. perché queste cose valgono molto per qualcuno, e a volte non sembra che a qualcun altro importi.

Le cose sono mai andate così male da avervi fatto pensare che i Linkin Park fossero finiti?

MIKE: Quando ci metti tutti insieme in una stanza, possiamo davvero, davvero discutere e parlare di stronzate che potrebbero rovinare la nostra amicizia, assolutamente. Anche negli ultimi di anni abbiamo avuto un paio di cose dove chiamando qualcun’altro del gruppo, “È la fine? Tutto ciò potrebbe essere davvero sbagliato…

Cosa vi ha fatto rimanere uniti?

CHESTER: Siamo tutti molto bravi a capirci a vicenda. Capiamo che la cosa è seria, e c’è molto sopra ogni decisione che prendiamo, specialmente su come ci trattiamo a vicenda. Perché se nessuno di noi riesce ad essere nella stessa stanza e ad essere produttivi allora siamo bloccati. Quindi, c’è sempre questa idea che tu debba proteggere gli altri con uno scudo. E il modo in cui lo fai non può essere litigando con qualcuno e dirgli fottiti.

MIKE: E abbiamo fatto tutto ciò. Abbiamo tutti litigato, lo abbiamo fatto tutti in momenti differenti.

C’è mai stata una situazione che, anche adesso, in cui vorreste lasciare immediatamente il gruppo?

MIKE: Beh, anche nel mezzo della nostra pazza carriera quando il gruppo era al suo picco di popolarità potevo ancora andare al negozio di alimentari. Nessuno mi avrebbe detto qualcosa, nessuno sarebbe venuto con me. Avrei lasciato se non fossi stato libero di fare cose di questo genere.

CHESTER: Chiunque di noi lascerebbe il gruppo se ci fossero casi di questo tipo. Garantisco al 100%, se non potessimo lasciare le nostre case a causa di persone che stanno fuori dalle nostre porte con delle videocamere.

Qual è la lezione più grande che avete appreso da ognuno di voi, e dall’essere in una band?

CHESTER: Probabilmente la lezione più significante è il modo in cui guardo a ciò che facciamo e l’interazione che abbiamo con i nostri fan. L’impatto che ha nella vita delle persone è qualcosa che non puoi veramente pensare quando stai scrivendo una canzone. Ma quando parlo con un estraneo, e incontriamo persone nuove ogni giorno, a volte senti una storia dopo l’altra di come la tua musica abbia cambiato la vita di qualcuno in maniera positiva, e anche ora succede improvvisamente. Noi siamo solo degli amici che fanno musica; non siamo qui per cambiare delle vite, e non siamo qui per predicare un messaggio. E accade tutto sistematicamente, ed è potente, e non essere cinico riguardo ciò è qualcosa che ho dovuto imparare.

MIKE: La chiave per me è sempre stata essere sincero con noi stessi. Non è mai creare una “hit” – è creare una canzone di cui possiamo dire, “Ci piace questa?” Essere onesti in ciò che vogliamo fare e chi siamo sarà sempre più importante che ogni altra cosa. E’ come sei ragazzi si sono offerti di condividere e stare insieme, ed essere abbastanza aperti per poter fare il passo successivo, qualsiasi esso possa essere. Hai mai sentito la frase, “E’ solo nella vetta“, giusto? Bene, se questa band mi ha insegnato qualcosa, è ciò che questa band non deve essere.

L’articolo è accompagnato dall’intervista al cantante degli Of Mice & Men i quali sono attualmente in tour con i Linkin Park. Una piccola parte dell’intervista fatta ad Austin Carlile riguarda il nostro sestetto, ecco cosa ha detto:

State per toccare diversi posti colossali grazie ai Linkin Park. Tutto ciò cambierà il vostro modo di fare spettacolo?

AUSTIN CARLILE: Non penso. La nostra idea è di andare là fuori e fare le canzoni che abbiamo sempre fatto. Sappiamo che suoneremo davanti a persone che non hanno mai sentito il nome della band prima d’ora o che non hanno ascoltato alcune specifiche canzoni. Infatti, è una buona occasione per portare un po’ della nostra musica a queste persone che non hanno mai sentito una musica in ambiente live così pesante come la nostra. E’ bello avere l’occasione di poter provare a trascinare le persone. Ma noi suoniamo ciò che vogliamo, e questo set di canzoni ci ha portato e ci porterà molto lontano.

I Linkin Park sono uno dei più grandi gruppi rock di sempre, come vi sentite ad essere insieme a queste leggende?

AUSTIN CARLILE:Assolutamente! Quando avevo 15 anni, loro erano delle vere e proprie leggende per me. Siamo stati fortunati ad instaurare con loro un legame qualche anno fa, qualche mese prima della registrazione di Restoring Force. Sono dei bravi ragazzi ed è un privilegio essere in tour con loro.

L’intervista ci ha dato qualche informazione sulla loro vita attuale come gruppo musicale e ciò che hanno dovuto passare per essere ciò che sono. Il segreto del loro successo è la loro unione, non sono molti i gruppi in grado di avere un simile legame tra i propri componenti. Per vedere le scansioni in lingua originale, vi rimandiamo al sito di mikeshinodaclan.com dalla quale potrete leggere l’intero articolo.

Fonte: kerrang.com