Il 29 marzo, in occasione del lancio di due nuove canzoni e dell’annuncio del nuovo album Post Traumatic, Mike è stato ospite della trasmissione radiofonica Kevin & Bean Show. Vi proponiamo la nostra traduzione (parziale).
L’ultima volta ti ho visto all’Hollywood Bowl, per quello show..
È stata un’esperienza davvero faticosa, oggi sto decisamente meglio.
È stato strano, tutti sono andati lì pensando ‘ma cosa dobbiamo aspettarci, come andrà?’
È stata una sorpresa. Tutti si sono affrettati a prendere i biglietti, prima di metterli in vendita erano già finiti praticamente. Una volta comprato i biglietti ‘sii andremo allo show!’ e poi ‘oh no abbiamo i biglietti per lo show, ma a che show andremo?’. È stato uno show difficile per vari motivi. Basta pensare che il set più lungo che abbiamo fatto durava 90 min, quello show è durato 3 ore. Ma, voglio dire, parliamo dello show tributo per Chester. Volevamo fare qualcosa che riunisse l’intera community dei Linkin Park, non c’è stato qualcosa come un funerale pubblico e volevamo riunire tutti per celebrare Chester.
La tua situazione è diversa rispetto a quella di chiunque altro: gli altri hanno imparato ad amare Chester e ne sentiranno la mancanza, per te ha influito sull’intero business. Ma eri proprio tu lì sul palco a cercare di aiutare gli altri quando probabilmente serviva anche a te.
È vero. Qualche tempo fa ho pubblicato tre canzoni una delle quali si chiama Over Again. Ho scritto e registrato il primo verso il giorno dello show, il secondo verso il giorno seguente. Penso di aver realizzato, quel giorno, di aver scritto delle canzoni che mi stavano aiutando emotivamente ma anche razionalmente ad affrontare tutto quello che succedeva.
Ciò che ho imparato dallo show dell’Hollywood Bowl è l’importanza anche solo di condividerle. Alcune sono difficili da ascoltare, altre difficili da pubblicare mentre altre si distaccano in un certo senso, sai alcuni giorni ti senti un po’ meglio. È così che è nato il mio nuovo album Post Traumatic che uscirà il 15 giugno. È nato in un momento buio, è nato nel dolore, poi, come nella canzone che hai appena sentito [Crossing a line], ci sono momenti in cui pensi okay, posso uscire, posso trascorrere una normale giornata, non devo per forza essere triste per quello che è successo.
A volte stai trascorrendo una bella giornata e all’improvviso qualcosa ti ricorda tutto. Chi ha perso qualcuno sa che è così che funziona.
Per noi può essere difficile perché, ad esempio vai a prenderti un gelato, sei in giro con la tua famiglia, con i tuoi amici, e senti una della delle nostre canzoni in un negozio. Se ti prende nel momento sbagliato può essere davvero difficile.
È un album di 16 tracce. Attraversa questo viaggio? Dal dolore all’affrontarlo?
Sì, è un viaggio di uscita dall’oscurità. È una cosa che voglio assicurarmi che i fans sappiano, non voglio che siano spaventati di intraprendere questo viaggio con me perché so da dove siamo partiti.
In una delle tue canzoni hai detto di sentirti come se stessi recitando un copione già scritto…
Quella è la mia paura. Ho paura di non avere il controllo su nulla, penso sia una delle sensazioni peggiori che si possano provare. Quando qualcuno fa del male a qualcun altro o a se stesso, in generale è perché c’è questa sensazione di non avere il controllo. Personalmente, volevo sentire di avere uno scopo, ho delle abiità, ci sono tante cose che amo fare, ho sempre amato disegnare e dipingere, suono da quando ero un bambino. Essere in grado di farle quasi come una narrazione, poter dire ai fans “oggi va così” ed instaurare una conversazione, penso che sia stato di aiuto.
Ho sempre avuto grande stima per le persone che riescono a prendere emozioni difficili e raccontarle in una canzone in modo che altre persone possano rispecchiarcisi. Hai detto che fai sempre ritorno all’arte quando hai bisogno di schiarirti le idee o affrontare difficoltà, sono contento che tu abbia questa capacità perché io non ce l’ho ed è importante riuscire a trovare della musica con cui relazionarsi qualunque cosa si provi. Ci sono tante persone che si rispecchiano in quello che dici e questo è un talento incredibile.
Grazie. I video delle canzoni che ho pubblicato qualche mese fa sono stati fatti così: il cellulare ha due fotocamere, e ho girato i miei video con la peggiore, di proposito. Volevo fosse come quando parli con qualcuno su Skype. Quando abbiamo deciso di pubblicare Crossing A Line non volevo girare il video allo stesso modo, ma volevo fosse comunque intimo, volevo assicurarmi che il messaggio e le emozioni trasmesse dal video rispecchiassero quello che provavo. Quindi ho detto okay, voglio andare a Sunset [Boulevard], che è dove è nata la band.
[…] voglio salutare tutti quelli che ci seguono su Facebook. Messico, Russia, Indonesia, Slovacchia, India, Grecia, Corea del Sud, Turchia, Brasile, Italia, Polonia, Portogallo, Repubblica Ceca – non è strano sapere che tutta questa gente sta guardando quest’intervista?
Quest’ultimo anno mi ha reso davvero grato per l’opportunità di poter fare quel che faccio, di registrare e pubblicare musica, avere gente che ci tiene, in un certo senso è come una nuova vita. È speciale.
Immagino tu abbia anche ricevuto supporto durante i momenti difficili.
È divertente perché spesso si sente dire che i ragazzi hanno sempre il cellulare in mano, che sono connessi più sui social che nella vita reale. Dopo questa esperienza, posso dire di aver visto persone connettersi e comunicare online come altrimenti non avrebbero potuto fare. Può essere davvero positivo.
Okay […] ci stavi parlando del video di Crossing A Line.
È una cosa davvero personale affrontare il dolore ed uscirne, avere a che fare con esso, con la perdita di un amico ma anche con il fatto che ciò ha totalmente devastato e distrutto il lavoro di una vita. Abbiamo costruito tutto come un gruppo di sei persone e siamo sempre stati in sei.
Si parla molto della perdita di un business, ma non è propriamente questo. È come se tu fossi Picasso e facessi affidamento su qualcuno che ti fornisce colori, tele, e poi questo qualcuno ti viene portato via. Non è solo guadagnarsi da vivere, questo è quello che faccio, questo è quello che sono e quella parte del tuo essere cambia. C’è stato un momento in cui mi sono chiesto ‘quindi vuol dire che non sono più un artista? Vuol dire che non ho più una carriera?’ Mi sono davvero messo in dubbio, spesso, soprattutto nei primi mesi. Con il passare del tempo ho capito che avevo bisogno di iniziare con qualcosa di nuovo è per questo che non ho usato il nome Fort Minor e non ho tirato in ballo la band. Quando ne ho parlato con i ragazzi ero davvero nervoso, pensavo ‘è questo che voglio, penso sia questa la cosa migliore per me’. Loro mi hanno supportato, lo fanno tuttora, Brad mi ha mandato un messaggio ieri sera per dirmi ‘congratulazioni, domani è il grande giorno, sono fiero di te’, è questo il tipo di amici che sono.
Sei pronto ad andare sul palco da solo?
Pochi anni fa ho fatto qualche concerto da solo, con il mio progetto Fort Minor. È sempre difficile, se stai suonando con altre persone e fai un errore c’è la possibilità che la gente non fosse concentrata su di te, ma se sei da solo lo noteranno tutti. Comunque sarà interessante, non vedo l’ora di esibirmi! Lavorando da solo posso decidere un sacco di cose, come girare i video quando voglio, come ho fatto. Qualche giorno fa ho deciso di girare il video per Crossing A Line a Hollywood e 45 minuti prima di andare ho scritto su Twitter ai fan che avrei fatto questa cosa. Ho pensato un attimo al dire che sarebbe stato per un mio album, ma poi ho deciso che volevo farlo. Se fosse stato con la band avrei dovuto parlare con tutti prima, così è stato molto facile e immediato. È stato bellissimo girare il video e incontrare i fan, mi hanno raccontato un sacco di cose, anche su Chester. Tra l’altro alcuni sono venuti direttamente dal lavoro perché ho dato solo 45 minuti di preavviso!
Come hai deciso di avviare questo progetto solista?
Ho deciso di avviare questo progetto solista perché il lutto è un’esperienza molto personale e in questo canzoni dico cose che sento solo io. In passato avevo già parlato con i ragazzi e credo che prima o poi avrei fatto comunque qualcosa da solo, come è già successo con i Fort Minor. Dopo aver scritto due canzoni è stato catartico e ho continuato, anche se i brani non parlano propriamente di quello che è successo.
Nell’edizione speciale c’è una raccolta di disegni che ho fatto in questi otto mesi. Ho deciso di fare solo i contorni e vorrei che fossero i fan a colorarli, credo che sia un’attività meditativa.
Tutti i componenti della band in questo periodo stanno cercando di fare quello gli piace. Ad esempio Phoenix ha avviato dei podcast insieme a degli amici golfisti (la sua più grande passione dopo la musica è proprio il golf). Rob invece è partito per un viaggio spirituale, me lo immagino a meditare con la barba lunga. Ormai nella mia testa assomiglia a Jared Leto.
E invece i Linkin Park? So che non sai ancora nulla, ma cosa pensi della situazione?
Per quanto riguarda i Linkin Park, personalmente sto aspettando che qualcosa di riveli da sé. Chester è stato uno dei più grandi cantanti della storia del rock, non lo dico solo come amico, la sua voce è unica. Credo che se suonassimo le nostre canzoni lasciando che il pubblico canti le sue parti sarebbe una situazione parecchio pesante. L’abbiamo fatto all’Hollywood Bowl e avevo un peso sullo stomaco indescrivibile. Non ho ancora risposte riguardo alla band, spero di trovarle mentre esploro il mondo.
Cosa puoi dirci riguardo le setlist dei tuoi show?
Non ho ancora deciso ma parto dal presupposto di voler fare uno show solista. Proverò tutto a casa mia da solo e vedrò se ci sarà bisogno di aggiungere altro. Ho delle idee sulla presentazione ma non sulla setlist.
È bello vedere quanto tu sia emozionato per questo nuovo viaggio che stai per intraprendere. Il resto accadrà al momento giusto.
Prendo alla lettera il tuo consiglio, mi presenterò sul palco e dirò ‘okay, sono qui, non ho fatto le prove, che canzoni volete ascoltare?’
Non esageriamo! Mike, è sempre bello averti qui. In un certo senso i Linkin Park sono parte della nostra radio quindi è davvero un piacere […] è bello vederti felice e sapere che ti stai adattando come puoi. Siamo contenti della tua musica e speriamo di sentirti presto.
Grazie