Rolling Stone ha intervistato Chester Bennington e Robert De Leo sul nuovo EP degli Stone Temple Pilots, registrato con il frontman dei Linkin Park.
Ecco a voi l’articolo:
A breve gli Stone Temple Pilots pubblicheranno l’8 ottobre un nuovo EP dal titolo High Rise, che vede alla voce in tutte le tracce Chester Bennington dei Linkin Park. Insieme a Robert DeLeo, Bennington ha parlato con Rolling Stone per circa un’ora, permettendoci anche di ascoltare le tracce del minialbum in uscita fra un mese quasi esatto.
Conoscevamo già l’energia rock del singolo Out of Time. Il prossimo estratto dovrebbe essere Black Heart, con le stesse atmosfere. Si passa poi a Cry, Cry, scritta tutta da Bennington, mentre il disco si conclude con Tomorrow, lunga e atmosferica.
De Leo non ha voluto parlare molto della situazione con Scott Weiland vista la corrente battaglia legale con l’ex frontman, ma comunque tante sono le cose al riguardo emerse durante l’intervista
C’è molta più libertà rispetto a un tempo di prendere e mettersi a collaborare con musicisti anche molto distanti, e penso che questa apertura mentale via sia tornata comoda.
Bennington: Penso che questa cosa sia successa al momento giusto. Per noi quattro si è trattato di una transizione molto morbida dal punto di vista creativo, senza ostacoli. Il fatto che andiamo d’accordo così tanto, che ci piace passare tempo insieme, che abbiamo la stessa etica per quanto riguarda il lavoro e che ci divertiamo a fare quello che stiamo facendo… In sé è già questa la ricompensa più grande. Al tempo stesso poi ho l’occasione di scrivere canzoni con due degli autori che preferisco al mondo, Robert e Dean. Posso cancellare questa dall’elenco di cose che voglio fare prima di morire.
DeLeo: Ci incastriamo in maniera molto bella.
Ricordo che sia Slash che Duff McKagan hanno ammesso che dopo aver lavorato sia con Axl Rose e Scott, ai Velvet Revolver non andava molto di cercarsi un altro frontman. Che cosa hai pensato nell’introdurre Chester negli STP?
DeLeo: Io ho incoraggiato la cosa perché ci conoscevamo da un po’. Non penso esistesse un’altra possibilità per far tornare a lavorare la band. Tra l’altro ricordo che stavo producendo un disco ai Conway Studios una volta e ho visto Slash lì, sapevo che stavano iniziando la cosa con i Velvet Revolver. Allora gli strinsi la mano e gli augurai buona fortuna [ride].
Come qualunque altro rapporto fra persone, se vieni deluso hai paura a fidarti di nuovo.
Bennington: Parte del motivo che mi attirava verso questa cosa è che fondamentalmente faccio le stesse cose che farei di solito, solo che scrivo musica diversa con persone diverse. Per me la cosa interessante è stata anche paragonare la vita di ogni giorno come la conosco con gli altri ragazzi dei Linkin Park con quella di qui. Per esempio Robert a un certo punto mi ha chiesto se ero sicuro di non volere un leggio con le parole delle canzoni. E io gli ho detto “Sono sicuro di no”. Se sbaglio le parole renderà solo il concerto più umano, e preferisco sbagliare piuttosto che rimanere legato a un oggetto che mi dice quello che devo fare.
Una delle cose che mi è piaciuta di più è stato vedere quanto questi ragazzi si divertano a fare quello che fanno. Tutti si parlano, tutti si sorridono. Ho visto queste persone ritrovare il piacere di fare musica. Per me è una gran ricompensa… Hanno messo tanta fatica e tanto sforzo nel loro lavoro per gli ultimi dieci, quindici anni, cercando di far funzionare tutto. Hanno dovuto fare scelte difficili, e se non avessero chiesto a me avrebbero chiesto a qualcun altro di cantare nella band. Gli Stone Temple Pilots andranno avanti al 100% senza Scott, che io ci sia oppure no. Sono solo contento di aver accettato, perché sono sempre stato un grande fan del gruppo – conosco le canzoni bene quanto loro, anzi forse in qualche caso le conosco meglio del fan accanito. Voglio fare del mio meglio per onorare l’importanza di questa musica. Vogliamo uscire, suonare e divertirci: suonare rock & roll ad alto volume, e sorridendo.DeLeo: Ad alto volume? Permesso accordato.
Sembra che sia una situazione per voi dove c’è pochissima pressione.
DeLeo: C’è la pressione che ognuno di noi ha nel cercare di fare della gran bella musica. Per noi questo significa molto, lo ha sempre fatto, e penso che Dean, Eric e io ci siamo guadagnati la posizione che abbiamo in questo ambiente. Nessuno di noi ovviamente sta ringiovanendo, e di sicuro non voglio passare altro tempo come ho passato gli ultimi dieci anni della mia vita… o gli ultimi quindici. Voglio dire, il più umilmente possibile, che ci meritiamo quello che sta succedendo con Chester. So che tipo di essere umano sia. Non deve somigliare a questo o quello. Ma deve avere delle qualità umane che sono quelle che interessano di più a me, a Dean e a Eric.
Per tornare alla analogia con una relazione sentimentale, siete usciti da una brutta esperienza e volete divertirvi e basta?
DeLeo: Ogni giorno cerco di guardare la mia vita dal di fuori. Un esempio: un giorno stavamo facendo pre-produzione su Out of Time e a un certo punto mi sono dovuto fermare. Ho guardato i ragazzi e ho detto: “Ma vi rendete conto di dove siamo? Siamo nel mio seminterrato, lo stesso posto dove trentacinque anni fa facevo finta di suonare una racchetta da tennis, che poi è diventata una chitarra vera, che poi ha attirato qui altri musicisti. Tutto si è sviluppato in quel seminterrato. Arrivare a completare quello stesso cerchio trentacinque anni, essere un adulto ed essere tutti insieme in quel posto è fottutamente bello. Mi ha dato un punto di vista diverso. Quello che voglio dire è che non voglio perdere di vista il mio sogno di quando ero bambino, quel sogno che è diventato una realtà e che voglio che continui per tutti e quattro noi.
Bennington: La cosa buffa è che, per dire, io arrivo nella band e da subito cominciamo a raccontarci barzellette sulle scoregge. Le cose sono andate subito bene alla velocità della luce. Ci conosciamo, ma non in maniera “intima”. E ora siamo amici, e l’unico modo in cui me lo spiego è che sentiamo di stare facendo una cosa molto personale, musica molto nostra, vibrazioni molto nostre. I fan, specie quelli degli Stone Temple Pilots ma anche molti di quelli dei Linkin Park, avranno delle aspettative molto alte. Si chiederanno se potremo mai essere fighi abbastanza da farli distrarre per un attimo da quello che è il loro gruppo preferito di sempre.
Per me questa è una opportunità di scrivere con questi ragazzi, di suonare quel rock & roll che mi piace suonare, e la persona competitiva che è in me cerca questo genere di sfide. Mi entusiasma l’idea di far funzionare una creatura così complessa. Questo è un gruppo famoso, con un suo bagaglio importante, con alcune canzoni fra le più importanti della sua epoca. Mantenere quell’identità e rimanerle fedele… ecco la pressione di cui si parlava prima.
Al tempo stesso c’è la possibilità di prendere le redini e creare qualcosa di nuovo mettendoci del tuo, comunque cercando di non tradire i fan… Sono tutte sfide che prendiamo molto seriamente, ecco perché penso che stare con una piccola label ora abbia senso: facciamo tutto da soli, siamo in grado di produrci esattamente come vogliamo, possiamo pubblicare quando ce la sentiamo. Non siamo tenuti a pubblicare per forza un album – possiamo fare una canzone alla volta e farla uscire da sola. Il pubblico è interessato a vederci dal vivo e questo è quello che importa. Usciamo sul palco con delle buone canzoni e lasciamo che sia la musica a parlare per noi.
Finora è andata meglio del previsto, la cosa più complessa è stata solo scrivere le canzoni. Ma hai sentito l’EP, lo senti che c’è un qualcosa che funziona. Una vibrazione attraverso tutte le tracce… penso che ci rappresenti come band.L’inizio è rock & roll, anche se il pezzo che si chiama Tomorrow prende un andazzo diverso. E Cry,Cry fa un po’ da raccordo fra i due stili.
DeLeo: Chester ha scritto Cry,Cry. In ogni band c’è sempre un magazzino di pezzi più o meno già scritti che aspettano solo di essere usati, ma in questo caso la lavagna era stata completamente cancellata e abbiamo ripreso a lavorare del tutto da zero. Per me è stata una decisione che ha portato grande ispirazione, quella lavagna pulita ha anche portato una nuova energia.
Quindi allo stesso tempo sono gli Stone Temple Pilots ma anche una band tutta nuova.
DeLeo: È stato difficilissimo decidere di allontanare il volto della band. Davvero non avevamo altra scelta. Non voglio parlarne tanto per via dei sospesi legali ma Dean, Eric e io siamo stati agganciati a questa persona per un sacco di tempo. Abbiamo sempre cercato di fare gli interessi di Scott, cercando di essere amici di una persona che non voleva esserci amica… Non penso davvero che avremmo potuto fare diversamente. Sapevamo che dovevamo prendere questa decisione ancora prima di metterci a cercare un altro cantante. Penso che Scott abbia chiarito definitivamente quale sia stato il suo percorso e quali siano state le sue decisioni con o su questa band. Io, Eric e Dean siamo voluti andare avanti. Sono uno di quei privilegiati che per vivere suona. Se ho intorno delle persone a cui questa cosa non entra in testa allora voglio starne lontano e stare con chi invece questo lo capisce.
Bennington: Rispetto davvero la decisione che è stata presa da tutti loro. Capisco anche quanto possa essere difficile una conversazione di quel tipo. Allo stesso tempo non mi sembra che quanto successo costituisca una sorpresa. Tutti quelli che conoscono bene questa band sanno perché certe decisioni sono state prese. Essere in questa band non è una cosa della quale ho necessariamente bisogno – ho una carriera incredibile con un gruppo magnifico di persone alle quali voglio bene, e insieme facciamo musica fantastica. Non è che avessi bisogno di questo passaggio, ma allo stesso tempo capisco che questa sia la vita (degli STP, ndr). È suonando che pagheranno le bollette o le rate universitarie dei loro figli, ed è suonando che vogliono passare il resto delle loro vite. Quindi dicendo di sì implica aderire al 100% al progetto. Ne faccio parte al 100%. Non voglio fare il cazzone con questi ragazzi e il loro futuro, impegnarmici adesso e poi dire fra un anno “Oh, non so se voglio stare in tour con voi quando invece potrei stare in vacanza”. Non è una cosa che sia, quindi per me è importante essere rispettoso nei confronti di tutti quelli che sono coinvolti negli STP.
DeLeo: Sono stato uno di quei fortunati a poter scrivere canzoni con Scott, insieme a Dean e a Eric. L’ho fatto il più a lungo possibile con amore. Ora è arrivato il momento di abbracciare quest’altra fase, di dimostrarle lo stesso tipo di amore. Mi dà una grandissima gioia sapere che tutti gli altri Linkin Park approvano questa operazione. Sono fantastici. Non si tratta nemmeno della musica e basta. Si tratta di quell’umanità che c’è dentro. E loro sono proprio il tipo di persone che uno vuole frequentare in questa fase della vita.
Gli Stone Temple Pilots hanno iniziato il primo tour con Chester e sono già disponibili alcuni del primo show a Bethelehem, in Pennsylvania (clicca qui per vederli).
Ecco l’esibizione di Out Of Time, primo singolo di High Rise e unica canzone conosciuta dell’EP in uscita l’8 Ottobre:
Vi è piaciuto il primo show? Cosa vi aspettate da questo disco? Ormai manca meno di un mese.
Fonte: Rolling Stone, AlternativeNation