Il Revolver Magazine intervista Chester

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Dead By Sunrise Chester Interview

In questo articolo, Chester parla del periodo buio della sua vita, fatto di alcool e di malessere sia fisico che mentale,  e di come questo abbia contribuito alla creazione dell’album dei Dead By Sunrise, Out Of Ashes.

Eccovi la traduzione dell’articolo:

 

CON L’ALBUM DI DEBUTTO DAL SUO TANTO RINCORSO PROGETTO PARALLELO, IL FRONTMAN DEI LINKIN PARK CHESTER BENNINGTON E’ “RISORTO DALLE CENERI”

Nel 2005, il mondo stava cadento addosso all’urlatore dei Linkin Park, Chester Bennington. La sua pluripremiata band era in un periodo di pausa; il suo matrimonio di nove anni era finito, lasciando un vuoto nella sua vita e nel suo portafoglio; la dipendenza dalla droga che lo aveva colpito da ragazzo riemerse sottoforma di bottiglia, “Questo era il periodo giusto per sedersi in giro e iniziare a scrivere… mentre perdevo la mia mente…” dice Bennington. Armato con una chitarra acustica e una grande quantità di schifosa depressione, periodi in completa solitudine cavalcando la sua ansia, Bennington scrisse le sue canzoni personali penose per il suo nuovo progetto, i Dead By Sunrise.

In mix tra il rapire dei Stone Temple Pilots e del pavoneggiarsi dei Depeche Mode, l’album, Out Of Ashes, è la cronaca del suo toccare il fondo (“Crawl Back In” parla della sua dipendenza che lo costringeva a stare seduto rinchiuso nella sua solitudine) al suo toccare il cielo (“Give Me Your Name” dovrebbe diventare l’attuale canzone suonata per il primo ballo di Bennigton con la sua nuova moglie al loro matrimonio). Reso in versione demo e arrangiato per la maggior parte nel 2005 con Ryan Shuck e Amir Derakh del progetto di rockettari industrial Julian-K – un progetto parallelo dal loro lavoro negli OrgyBennington a la crew ri-registrarono l’intero album nel 2008, creando un documento lussuoso di un tempo andato in frantumi.

Revolver: “Il divorzio è stato improvviso oppure te lo sentivi che sarebbe successo?”
Chester: “Vorrei dire che immaginavo già prima del matrimonio che il tutto sarebbe finito in un divorzio. Basta dire che l’ultimo anno del nostro matrimonio, ho vissuto sette mesi fuori da casa mia.”

R: “Soldi e patrimonio hanno reso il tutto più complicato?”
C: “Certo e questo è il motivo per cui attaccavo anche me stesso. Una delle principali ragioni della mia caduta nella follia era sul quanto valore avessi dato alle cose che possedevo. Era la prova che stavo avendo successo. Al tempo passai dal vivere in un palazzo in mezzo alle colline al vivere in un appartamento di 250 metri quadrati a Santa Monica. Fu veramente uno schiaffo in faccia.”

R: “E’ questo il momento in cui hai iniziato a metterti nei guai?”
C: “Pensavo di farla finita. Che il viaggio fosse finito ed ero quel ragazzo, allora ero quel ragazzo che andava al Rainbow ogni giorno per rivivere i giorni gloriosi. Con dietro i piatti da lavare. Questo faceva fottutamente male. Mi buttai totalmente nel costringermi a bere.”

R: “Iniziò tutto in un giorno o il tutto andò crescendo?”
C: “Mi giocavo la ‘carta da rockstar’ perchè non l’avevo mai usata in precedenza. Andavo alle feste assiduamente per i primi giorni. Ai primi giorni si aggiunsero altri pochi giorni. Due mesi dopo andavo alle feste cinque giorni la settimana. Dopo un anno e mezzo, era così, non potevo uscire di casa perchè ero troppo scosso e pensavo di poter morire. Ma la cosa positiva è che ho scritto un’ottimo disco.”  [Ride]

R: “La sessione di creazione delle demo con i Dead By Sunrise ti ha fatto uscire dalla depressione?”
C: “Bene, la sessione mi ha dato qualcosa da fare che mi piace fare con delle persone a cui piace essere presenti. Quando ci sentivamo come ad una festa e scrivevamo, ne facevamo una dopo l’altra – e sono sicuro che puoi immaginarti di cosa si trattava.” [Ride]

R: “Come hai fatto a smettere di bere?”
C: “Nel momento peggiore, avevo praticamente finito la creazione del disco dei Dead By Sunrise. Eravamo agli inizi della fase di creazione dell’album Minutes to Midnight con i Linkin Park. Non arrivavo alle sessioni di registrazione così spesso come usavo fare di solito. Mi svegliavo la mattina con 10 colpi alcolici e questo mi impediva di tremare la mattina. Quando il mio corpo iniziò a ribellarsi, la cosa andò peggiorando.”

R: “Cosa accadde?”
C: “Soffrivo attacchi di ansia massicci in ogni momento del giorno in cui mi sentivo come se stessi per morire. Ero preoccupato di andarmene per un attacco di cuore o perchè il mio cervello si spegnesse. Iniziai ad andare spesso dal mio medico – ‘Dammi un EKG, credo di avere avuto un attacco di cuore la scorsa notte!’. I ragazzi del gruppo iniziarono a notare che le cose stavano andando male quando mi mostrai per ascoltare la musica e mi trovarono disteso a terra, svenuto. Passavo più tempo fuori a fumare erba che dentro. Aspettavo che loro finissero di lavorare sulla musica, poi prendevo un po’ di birre e me ne andavo fuori dallo studio e bevevo. Quando provavo a fermarmi o a calmarmi, iniziavo ad avere tremori massicci. Quando il mio soprannome divenne Twitch (agitato), pensavo, che questo fosse un problema. Poi iniziai a non andarmene da casa mia. Poi confinai me stesso dentro il mio ego e spegnevo le luci perchè c’era tranquillità nella casa. Avevo realizzato che se fossi morto nessuno mi avrebbe trovato, o dovesse vedermi morire difronte a lui.”

R: “Quando ora ascolti il disco, ti senti una persona diversa?”
C: “Sono totalmente un’altra persona ora che sono passato attraverso tutti questi avvenimenti. E’ per questo che ho nominato l’album Out Of Ashes (uscito dalle ceneri), perchè sento come se io fossi passato in questo periodo dando fuoco alla mia vita. E ne sono sbocciato fuori!”

 

Fonte: Revolver Magazine
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